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Nuova protesta all'università contro l'obbligo vaccinale. In 130 lavoratori dell'Alma Mater di Bologna e dell'Ateneo di Modena e Reggio Emilia hanno firmato una lettera inviata lunedì e indirizzata ai vertici delle due università per chiedere la non applicazione della norma (99 dell'Alma Mater e 31 dell'Unimore). Il gruppo, spiegano i firmatari, è composto da varie figure: tecnici, amministrativi, bibliotecari, lettori, collaboratori ed esperti linguistici, ricercatori e docenti. Si tratta di persone 'vaccinate e non vaccinate, persone guarite dalla malattia ed esentate dalla vaccinazione'.
In particolare sono quattro gli elementi critici secondo il gruppo: il tema del consenso informato; le motivazioni e i presupposti del decreto; le attività di lavoro e le modalità di svolgimento; la questione legata a privacy, diritti umani e discriminazione delle minoranze.
Il gruppo chiede per questo ai due Atenei che venga avviato 'un confronto con lavoratrici e lavoratori al fine di individuare congiuntamente soluzioni idonee che garantiscano la sicurezza ed evitino discriminazioni all'interno della comunità universitaria nell'interesse di tutti i suoi componenti'. I firmatari dell'appello chiedono inoltre 'la non applicazione della norma in questione, che presenta elementi di contrasto con norme nazionali, europee e internazionali, e flessibilità nel prevedere il lavoro agile per le persone che non possono sottoporsi al vaccino o non vogliono sottoscrivere il consenso necessario per sottoporsi al vaccino'.
Nella lettera si sostiene che 'l'incertezza che circonda la sicurezza e l'efficacia dei vaccini sperimentali rappresenta un limite' per il consenso informato. Il vaccino inoltre 'non rappresenta affatto una soluzione per ridurre o eliminare il rischio di contagio a terzi', affermano i firmatari no vax.
Quanto alle attività da svolgere all'università, 'possono essere totalmente svolte da remoto, in autonomia, senza alcun rischio di trasmissione del virus per le persone coinvolte, con conseguente non necessità di vaccinazione forzata'. Il gruppo ritiene poi che 'si crei una palese violazione del diritto alla privacy, in quanto la sospensione del lavoratore metterà in luce il fatto che questi non è vaccinato, rivelando così un suo dato sensibile'. Secondo i no vax dei due Atenei, dunque, 'costringere alla vaccinazione, pena la sospensione dal lavoro e la perdita del sostentamento economico, rappresenti un'imposizione ingiustificata dal punto di vista sanitario e, in quanto tale, passibile di denuncia alla Corte penale internazionale come atto persecutorio nei confronti di un gruppo sociale, identificabile dal suo status vaccinale'. Il decreto, sostengono inoltre i 130 firmatari, è anche 'in contrasto con gli orientamenti espressi dal Consiglio d'Europa e dall'Unione Europea, che hanno ribadito la libertà di scelta vaccinale allo scopo di scongiurare l'introduzione di illecite discriminazioni tra persone vaccinate e non vaccinate'.
Redazione Pressa
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