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Nuove palazzine? Chi le realizza obbligato a destinare un 20% al sociale

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E' quanto prevede il nuovo Piano Urbanistico Generale e confermato dall'assessore Vandelli


Nuove palazzine? Chi le realizza obbligato a destinare un 20% al sociale
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“Il nuovo Piano urbanistico generale, che nelle prossime settimane il Consiglio comunale è chiamato ad approvare definitivamente, consente la riconversione e il riutilizzo degli spazi, e soprattutto obbliga a riservare una quota di edilizia sociale nelle palazzine di prossima costruzione”. Sono le parole dell’assessore all’Urbanistica Anna Maria Vandelli intervenuta al dibattito sull’emergenza abitativa.

“Il Pug – ha specificato Vandelli – ci consentirà di colmare un attuale vuoto di strumenti impositivi, e quindi sanzionatori, nei confronti di quelle proprietà che lasciano deperire il patrimonio edilizio. Inoltre, tutte le nuove palazzine dovranno prevedere una quota minima del 20 per cento di edilizia residenziale sociale che potrà essere implementata dai privati”.

Un intervento, quello dell'assessore, nell'ambito della discussione che ieri, in consiglio comunale, ha portato all'approvazione di un Ordine Del Giorno presentato dal Consigliere di Modena Civica Catia Prisi sul tema 'Aumentare gli immobili da concedere in affitto per uso abitativo favorendo, anche in forma gratuita, il cambio di destinazione d’uso: da uffici a unità residenziali'

'La povertà abitativa riguarda un disagio sociale di portata nazionale, specifica il documento, che interessa negli ultimi anni anche Modena con sempre meno alloggi abitativi a disposizione. Nonostante, infatti, la forte attrattività della città per lavoratori, giovani coppie e studenti universitari fuorisede, l’offerta di abitazioni risulta molto più bassa della domanda, determinando un aumento del prezzo di mercato degli immobili e spesso la rinuncia a costruire un progetto di vita nel territorio comunale.

Per l’ordine del giorno una risposta al problema è la trasformazione di particolari proprietà in unità residenziali. Il documento specifica, infatti, che molti immobili a uso ufficio, presenti in città, risultano attualmente non occupati o locati; si tratta di beni immobiliari che potrebbero appunto soddisfare i requisiti per il cambio di destinazione d’uso in alloggi.

La consigliera ha tuttavia specificato che la trasformazione di questa categoria catastale (la A/10 che comprende, appunto, uffici e studi privati) resta ancora complessa e onerosa per cui, oltre l’immobile non locato, il proprietario si ritrova a sostenere costi fissi come Imu, spese condominiali e di manutenzione.

Intervenendo a proposito del cambio di destinazione d’uso, Vandelli ha ricordato le semplificazioni che verranno introdotte con il nuovo strumento urbanistico e ha puntualizzato che “nel momento in cui la trasformazione risponde a politiche pubbliche, l’agevolazione deve avere dei vincoli, altrimenti è libero mercato”.

E su questo presupposto si basa di fatto anche la novità introdotta dal PUG in fase di approvazione secondo il quale 'tutte le nuove palazzine dovranno prevedere una quota minima del 20 per cento di edilizia residenziale sociale' 

Per Lega Modena, Giovanni Bertoldi ha affermato di concordare con le proposte dell’ordine del giorno: “Occorre mettere in campo tutte le misure possibili per consentire a chi sceglie di vivere a Modena di poter realizzare il proprio progetto di vita”. In particolare, il capogruppo ha ribadito che “agevolare la conversione degli uffici è una buona soluzione prevista anche dal Pug”. Bertoldi ha poi auspicato anche altre misure: “L’università potrebbe favorire per esempio corsi a distanza per non obbligare studenti ad avere un alloggio stabile”. Secondo Barbara Moretti la mozione è da sostenere “perché punta alla riqualificazione e non a nuovi insediamenti”. La consigliera ha suggerito di allargare la proposta di trasformazione anche ad altri immobili non occupati: “Penso alle strutture artigianali e produttive dismesse che potrebbero essere utilizzate per questa problematica”. Infine, Moretti ha proposto di realizzare una mappatura degli immobili con i requisiti utili al cambio d’uso “per i quali è necessario però garantire una reversibilità della trasformazione”.

Per la maggioranza, Walter Stella (Sinistra per Modena) ha puntualizzato che le agevolazioni devono rispondere a prerogative specifiche: “Gli immobili trasformati devono essere messi a disposizione davvero di famiglie e lavoratori che ne abbiano effettiva necessità. Bisogna quindi monitorare bene tutte le procedure”.

Per il Partito democratico, Vittorio Reggiani ha argomentato che occorre agevolare le trasformazioni a seconda delle finalità: “Gli sconti devono essere previsti in base a chi utilizza l’immobile”. Il consigliere ha infatti specificato che “bisogna cercare di modulare le agevolazioni garantendo anche la libertà di iniziativa al proprietario”. Alberto Bignardi ha sottolineato gli interventi introdotti dall’Amministrazione per rispondere all’esigenza abitativa del territorio: “Abbiamo già concesso la possibilità di trasformare in abitazioni gli uffici con determinate caratteristiche; inoltre, in città avremo due nuovi studentati, rispondendo in questo modo alle esigenze degli studenti”. Bignardi ha infine auspicato una normativa nazionale che faciliti gli sfratti “in tempi accettabili” e la prosecuzione di politiche che incentivino alla riqualificazione e non al consumo di suolo.

Secondo Paola Aime (Europa Verde-Verdi) l’odg “tocca un nervo scoperto della città e per questo occorre sostenerlo”. La consigliera ha tuttavia specificato che occorre che lo strumento del cambio d’uso conservi una flessibilità di fondo: “Dobbiamo pensare infatti che gli uffici attualmente sfitti potrebbero ritornare utili con una futura ripresa economica”.

Redazione Pressa
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