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Peste suina, numerosi sequestri di carne in provincia di Modena
La Pressa
Coinvolte aziende sia di lavorazione sia di vendita. Carni tutte provenienti da animali di una azienda agricola del novarese, origine di un focolaio, e macellati in provincia di Modena. Nessun rischio per la salute umana. L'Ausl precisa: 'Azione a titolo precauzionale. Animali conferiti al macello prima della notifica del focolaio'

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Oggetto dei sequestri a dicembre, e delle ultime procedure di verifica dello smaltimento della carni potenzialmente contaminate, a febbraio di quest'anno, ci sono diverse attività con sede in provincia di Modena. Da aziende di lavorazione di grandi e piccole dimensioni, dalla trattoria al supermercato. Tutte accomunate dal fatto di lavorare, commercializzare o servire carne macellata da una azienda in provincia di Modena e relativa a capi provenienti da una stessa azienda agricola della provincia di Novara nella quale nel settembre scorso, era stato individuato e certificato un focolaio di PSA (Peste Suina Africana). Una precisazione su tutte: la Peste Suina Africana (PSA) è una malattia virale contagiosa che uccide suini e cinghiali e non si trasmette all’uomo.
Neanche l’eventuale ingestione di carne infetta può creare problemi, quindi non c’è rischio per la salute umana ma rappresenta un potenziale pericolo per gli allevamenti.
Dall'individuazione del focolaio è scattata subito la filiera dei controlli in relazione alle fasi di trasporto, macellazione, lavorazione e destinazione finale delle carni, sulla base la nota ministeriale che aveva fissato la data di inizio del periodo di monitoraggio della malattia al 18 agosto 2024.
La comunicazione del focolaio è stata diffusa dalla Regione alle autorità veterinarie delle province interessate nel settembre scorso. Da lì una serie di controlli specifici che hanno individuato e portato al sequestro precauzionale di diversi lotti di carni suine e derivati distribuiti in e da vari stabilimenti e aziende commerciali della provincia di Modena. Otto le realtà di lavorazione e commercializzazione delle carni oggetto di sequestro di cui siamo venuti a conoscenza dagli atti con cui l'Ausl di Modena, ha preso atto, per ogni azienda, dell'avvenuto processo di smaltimento delle carni e disinfezione degli ambienti con cui le carni erano venute a contatto. Atti che concludono un iter funzionale anche all'esercizio del diritto di indennizzo da parte delle aziende.
Tra i prodotti sequestrati figurano filoni di maiale, salame montanaro, salsicce di suino, magro di suino, costine di suino marinate fino ad arrivare al pesto per tortellini. Tutte carni e derivati ottenuti da animali macellati presso uno stabilimento di lavorazione in provincia di Modena e provenienti dalla medesima agricola piemontese interessata dal focolaio.
I verbali di sequestro relativi più o meno lo stesso periodo, nel dicembre scorso, attestano la quantità e la consistenza dei prodotti su cui sono stati messi il sigillo, il cui peso varia da pochi chilogrammi fino a diverse centinaia.
Le aziende coinvolte, concentrate per lo più nella fascia pedemontana della provincia di Modena, hanno richiesto il dissequestro delle carni per avviarle allo smaltimento controllato, secondo le normative europee vigenti anche in funzione delle procedure di indennizzo delle aziende stesse.
E' delle scorse settimane la formalizzazione degli atti con cui l'Ausl prende atto di tutte le procedure attuate dalle aziende e attività commerciali riguardanti lo smaltimento della merce come sottoprodotto di Categoria 2, secondo le indicazioni di cui al Reg. (CE) n. 1069/2009, delle condizioni per accedere l’indennizzo previsto dalla Legge 218/88; e dell'avvenuta disinfezione efficace per eliminare il virus della PSA da tutti i locali, mezzi e attrezzature che sono venuti in contatto con i prodotti.
La peste suina non si trasmette all'uomo ma può avere effetti devastanti per gli allevamenti
Come pubblicato dall'Ausl di Modena, la Peste Suina Africana (PSA) è una malattia virale contagiosa che uccide suini e cinghiali e non si trasmette all’uomo. Neanche l’eventuale ingestione di carne infetta può creare problemi, quindi non c’è rischio per la salute umana ma rappresenta un potenziale pericolo per gli allevamenti.
Ad oggi non esistono vaccini, cure o trattamenti quindi può avere un effetto devastante per gli allevamenti suini e per gli animali selvatici.
L’infezione, o malattia, si trasmette da un animale malato a uno sano, ma anche attraverso scarpe, vestiti, attrezzature e avanzi di alimenti che sono stati a contatto con il virus, anche a lunghe distanze.
La precisazione dell'azienda Ausl
A seguito della pubblicazione dell'articolo e contattata sull'argomento l'Ausl di Modena ha specificato che 'il rintraccio e il successivo smaltimento delle carni è stato disposto a titolo precauzionale, risalendo agli animali conferiti al macello fino ai 15 giorni precedenti la notifica del focolaio, tempo corrispondente al periodo di incubazione della malattia.
Le carni sono state macellate nel mese di agosto da una azienda in provincia di Modena di capi suini riconosciuti regolarmente sani alle visite ispettive pre e post macellazione'
Gi.Ga.
Foto: archivio non collegata ai fatti descritti
Gianni Galeotti
Nato a Modena nel 1969, svolge la professione di giornalista dal 1995. E’ stato direttore di Telemodena, giornalista radiofonico (Modena Radio City, corrispondente Radio 24) e consiglie.. Continua >>
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