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Policlinico: a disposizione 17 nuovi posti di terapia intensiva

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Presentati oggi, insieme ai 13 attivi entro fine settimana completano la rosa dei 48 in più dell'Hub nazionale attivato a Modena. Liberano 21 blocchi operatori


Policlinico: a disposizione 17 nuovi posti di terapia intensiva
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Si completa la dotazione di posti letto modenesi realizzati nell’ambito dell’Hub nazionale e regionale delle terapie intensive voluto per far fronte all’emergenza COVID19 e da subito andrà ad alleggerire il carico sui reparti del Policlinico, compresa la chirurgia, occupati da posti letto di terapia intensiva per emergenza Covid. I 17 nuovi posti messi a disposizione da oggi e mostrati alla stampa nell'ala ad est del Policlinico, affacciata sull'accesso di via Campi, potranno infatti essere occupati sia da pazienti covid che non Covid, contribuendo ad alleggerire il carico sui reparti e sulle sale operatorie dove l'attività non urgente è stata bloccata per fare posto ai pazienti Covid acuti o gravi.

Attualmente sono 239 i posti attivi in degenza ordinaria e 92 tra intensiva/semintensiva, di cui al Policlinico 157 e 46 e all’Ospedale Civile 82 e 46.

I Ricoverati di oggi: 296 totali, 219 in ordinaria e 77 intensiva e semi. Per loro sono stati occupati spazi del Policlinico dedicati ad altre attività, compreso quella della sale operatorie
I nuovi posti consentiranno anche di liberare 22 posti letto nei Blocchi Operatori riportando i comparti operatori alla destinazione d’uso originaria con una positiva ricaduta sull’attività chirurgica

“Grazie a questa realizzazione potremo riattivare parte dei blocchi operatori e quindi, a regime, aumentare la disponibilità di sedute chirurgiche che è stato necessario rimodulare nella fase di emergenza' - ha commentato il Direttore Generale, dottor Claudio Vagnini. 'Nella prima fase, infatti, come già a marzo e ad aprile, una parte della dotazione di posti COVID per la terapia intensiva era stata ottenuta dalla riconversione dei Blocchi Operatori.

Nel frattempo, stiamo proseguendo la ricerca sul mercato del personale necessario per far funzionare a pieno regime la nuova struttura, che come è noto è inserita in una rete regionale più ampia e potrà supportare altre realtà emiliano-romagnole che fossero in difficoltà”

“Grazie a questi nuovi posti - ha affermato il Direttore Generale dell’Azienda USL dottor Antonio Brambilla - sarà possibile riconvertire parte delle aree operatorie alla loro funzione originaria, consentendoci così di far ripartire attività chirurgiche importanti anche per i pazienti non covid'


“Ogni posto letto è stato studiato nei minimi dettagli, nonostante l’emergenza in corso, per ottenere dal progetto il massimo della potenzialità – ha commentato l’Ing. Massimo Garagnani, Direttore del Servizio Unico Ingegneria Clinica - I dispositivi medici previsti (letto specialistico, ventilatori, monitor per parametri fisiologici, sistemi infusionali, emogasanalisi), tutti di ultima generazione, sono stati selezionati non solo per le elevate prestazioni diagnostico/terapeutiche ma anche per l’elevata predisposizione a funzioni informatiche avanzate, al fine di ricevere, esportare e condividere dati con le altre applicazioni ospedaliere. Questo consentirà l’informatizzazione del flusso di lavoro e la massima disponibilità di tutti i dati clinici del paziente direttamente presso il suo posto letto a vantaggio della sicurezza e della capacità di poter prendere la migliore decisione clinica nel minor tempo possibile. All’interno della terapia intensiva sono stati inoltre inseriti 4 box che consentono un completo isolamento dei pazienti con patologie particolari rispetto a quelli ricoverati nella struttura”. Questa particolarità consentirà alla struttura, terminata la fase pandemica, di poter ospitare in tutta sicurezza, pazienti con patologie infettive, isolandoli da quelli non infetti, caratteristica funzionale a un ospedale che è sede delle Malattie Infettive e Hub per le maxi-emergenze di tipo biologico e chimico. “Desidero a questo proposito ringraziare i miei collaboratori Claudio Conti e Federico Silipo che hanno definito la progettazione tecnologica e Emanuele Giovannini e Roberto Bocchi che hanno seguito l’allestimento dei posti letto.”

“Sono ovviamente felice di veder completata questa struttura – ha aggiunto il prof. Massimo Girardis, Direttore della Terapia Intensiva del Policlinico di Modena - ma ci tengo a sottolineare ciò che tutti noi rianimatori diciamo da mesi. La Terapia Intensiva è l’ultima linea di difesa, le nostre procedure sono invasive e i pazienti che dimettiamo hanno spesso decorsi lunghi e possono avere danni a lungo termine. Per questo motivo, dobbiamo lavorare sulla prevenzione. Siamo stati aggrediti da un microrganismo intelligente che si muove come comunità. Anche noi dobbiamo reagire come comunità unita, dando una risposta univoca basata sulla responsabilità civile. Dobbiamo rispettare le regole che servono a difendere tutti i cittadini, soprattutto quelli più fragili. Uniti possiamo vincere, se ci muoviamo da soli rischiamo di perdere questa battaglia”.

L'Hub regionale di terapia intensiva: un investimento da 13 milioni di euro

Come noto, Modena rientra tra le 6 strutture regionali – le altre sono a Rimini, Bologna e Parma - sempre disponibili per pazienti, Covid e non, di tutto il Paese, realizzata grazie al progetto della Regione e del ministero della Salute. Si è trattato tratta di un investimento complessivo, tra Lavori e Attrezzature Biomediche di quasi 13 milioni di euro (4.634.292 per l’Ospedale Civile, 8.284.288 per il Policlinico di Modena) la cui copertura è stata garantita da un mix di risorse statali e regionali oltre che da donazioni ricevute dall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena.

“Rispetto a quello di Baggiovara – ha aggiunto l’Ing. Gerardo Bellettato, direttore del Servizio Unico Attività Tecniche – il cantiere del Policlinico presentava sin dall’inizio una notevole difficoltà realizzativa. L’edificio, infatti, doppio rispetto a quello dell’Ospedale Civile, è stato realizzato in un’area stretta, adiacente al corpo centrale. Per questo motivo, all’esterno sono ancora da completare alcuni lavori di contorno, ma la struttura è pronta e a disposizione dei clinici. Per entrambi i cantieri si è trattato di un impegno importante, dal momento che questi edifici si definiscono prefabbricati perché realizzati a moduli, ma di fatto hanno la stessa qualità, sicurezza e comfort di una struttura tradizionale. Per questo motivo, desidero ringraziare i miei collaboratori, le ditte intervenute per la realizzazione e Politecnica che ha donato il Progetto e la Direzione Lavori”.


Redazione Pressa
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