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È stato eseguito nelle scorse settimane dall’equipe di Ortopedia e Traumatologia del Policlinico di Modena, diretta da Fabio Catani, assieme a Luca Bianchi, a Ensini e a Andrea Marcovigi, con l’ausilio tecnico di Marco Pavesi, il primo intervento al mondo di chirurgia robotica protesica di anca bilaterale simultanea in un paziente affetto da artrosi severa in esito di displasia congenita. L’intervento è durato 2 ore e 30’ e si è svolto nella Clinica Privata Villalba del GVM, che dall’inizio della pandemia è una delle realtà con cui l’AOU di Modena collabora per un’ottimizzazione delle sedute operatorie.
Il paziente sta bene e ha completato il percorso riabilitativo a distanza di 2 mesi dall’intervento chirurgico, manifestando una piena soddisfazione dell’intervento in assenza di dolore e dimostrando un recupero completo della funzionalità delle anche e di tutti gli arti inferiori nelle comuni attività quotidiane in brevissimo tempo.
Nel quinquennio 2015-2020, sono stati più di 450 gli interventi di protesi all’anca effettuati al Policlinico. Nei primi otto mesi del 2021 gli interventi sono stati 60 tra cui quello eseguito con la nuova tecnica.
“Questo intervento – ha spiegato Fabio Catani – è stato possibile grazie all’esperienza maturata con l’utilizzo di nuove applicazioni robotiche nella chirurgia protesica dell’anca. Lo sviluppo di questa tecnica, che ci ha consentito di eseguire la prima protesi bilaterale di anca in unico tempo chirurgico, ha permesso di evitare alcune problematiche cliniche che sono legate all’intervento in due tempi. I pazienti che soffrono di artrosi severa in seguito alla displasia delle anche che vengono operati in due tempi soffrono nei 6-12 mesi di intervallo tra i due interventi, di dolore all’anca non operata e soprattutto si lamentano della dismetria, cioè della differenza in lunghezza degli arti inferiori (che può essere anche di 2-3 cm), che si realizza inevitabilmente in seguito all’intervento della prima protesi di anca che ripristina la lunghezza e la stabilità così come la funzione articolare.
Nel post-operatorio e durante il periodo di attesa il paziente deve quindi utilizzare a permanenza un rialzo adeguato e sostenere una fisioterapia specifica perdurando ovviamente il dolore artrosico”.
Con l’utilizzo della chirurgia robotica le due protesi vengono realizzate tenendo conto delle funzionalità tronco-pelvi, delle stabilità muscolari residue alla displasia e c’è un controllo accurato del ripristino della lunghezza degli arti inferiori. La chirurgia protesica simultanea dell’anca bilaterale è una chirurgia consolidata ma con l’utilizzo della chirurgia robotica si è raggiunto una elevata precisione nel realizzare la simmetria della lunghezza degli arti inferiori ottimizzando la stabilità articolare. Stabilità articolare permessa dall’accuratezza della posizione delle componenti protesiche e dell’offset articolare permettendo così una risoluzione del dolore ed un recupero funzionale del paziente estremamente precoce.
Redazione Pressa
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