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Policlinico primo trapianto di fegato da donatore a cuore non battente

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A Modena 71 trapianti di fegato e 37 di rene nel 2019


Policlinico primo trapianto di fegato da donatore a cuore non battente
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Giovedì 9 gennaio, è stata eseguita, per la prima volta al Policlinico di Modena una procedura completa di prelievo e trapianto di fegato da un donatore a cuore non battente, grazie all’attività dei Coordinatori Locali alla donazione dei due stabilimenti. 
Nel 2019, all’Ospedale Civile sono state effettuate 8 donazioni multiorgano a cuore fermo. La procedura del Policlinico ha coinvolto una sessantina di persone, tra anestesisti-rianimatori e infermieri dell’Ospedale Civile, che hanno lavorato assieme a chirurghi, anestesisti, psicologi e personale infermieristico – provenienti da entrambi gli ospedali dalle 10 di mattina alle 2 della notte. Il ricevente sta bene e sarà seguito ancora per qualche giorno nel reparto di Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e dei Trapianti di Fegato.

“La presenza di un centro trapianti in una Azienda Ospedaliero - Universitaria - ha spiegato il dottor Ivan Trenti Direttore generale dell’AOU di Modena - è uno stimolo continuo alla crescita scientifica e assistenziale delle diverse discipline interessate a tale attività.

È una garanzia di crescita professionale e necessità costante di innovazione e collaborazione da parte di tutti i professionisti. Per questo ci siamo impegnati ad assicurare tutto quanto necessario allo sviluppo del nostro Centro, nel rispetto ed in collaborazione con la rete regionale dei Centri trapianti. Anche il reclutamento di nuovi giovani professionisti, concordato con l’Ateneo, è un investimento per il futuro. I risultati ottenuti nel 2019 testimoniano questa crescita del nostro Centro. Grazie alla sinergia del personale di entrambi i nostri stabilimenti ospedalieri, possiamo offrire ai nostri pazienti tutte le possibilità terapeutiche per il rene e il fegato. Un grazie enorme va ai donatori e alle loro famiglie, senza di loro i trapianti non ci sarebbero. Il risultato positivo è il frutto di un lavoro che ha coinvolto numerosi specialisti.

L’ultimo caso di donazione a cuore non battente in cui oltre sessanta operatori dei due ospedali della nostra Azienda hanno lavorato insieme per dodici ore per il bene comune è la materializzazione di questa integrazione che ormai è compiuta”.

“L’unificazione tra Policlinico e Baggiovara - ha aggiunto il Sindaco di Modena e Presidente della CTSS Gian Carlo Muzzarelli – fortemente voluta dal Comune, dal CTSS provinciale e dalla Regione, ha consentito nuove e più forti sinergie tra professionisti ed ha consentito di creare una vera rete di competenze. L’obiettivo è quello di rafforzare la promozione dell’innovazione tecnologica e organizzativa in ambito sanitario, per offrire al cittadino e al territorio le migliori opportunità di cura all’interno del sistema sanitario pubblico. I dati positivi relativi al 2019 ci fanno guardare con ottimismo anche a questo ed ai prossimi anni, con grande fiducia nella capacità di qualificazione della rete e dei suoi straordinari professionisti della sanità. Continueremo a valorizzare le tante eccellenze della nostra rete sanitaria tra le quali rientra indiscutibilmente l’attività dei trapianti”.

Dal 1998 al 2019 sono stati 679 i trapianti di rene effettuati al Policlinico; 37 nel 2019. Di questi 3 da donatore vivente, e 5 da donatore a cuore non battente. Dal 2000 al 2019 sono stati 885 quelli di fegato; 71 nel 2019, di cui 14 da donatore a cuore non battente. Un risultato importante, che vede Modena assicurare oltre il 40% dei trapianti di fegato eseguiti in Emilia – Romagna.

Un fronte di innovazione, che risponde proprio all’esigenza di ridurre le liste d’attesa per trapianto, è quello della donazione a cuore non battente, che si basa su una forte organizzazione e sull’acquisizione di una tecnologia per l’assistenza cardiocircolatoria extracorporea (ECMO). Il programma è attivo dal 2017 ed è stato fortemente promosso dal Centro Regionale Trapianti, diretto dalla dottoressa Gabriela Sangiorgi ed è sostenuto dalla Regione Emilia – Romagna che ha approvato con delibera n. 917 del giugno 2018 il programma regionale di donazione di organi a cuore non battente. Si tratta di un fiore all’occhiello della AOU di Modena, realizzato grazie alla sinergia tra Centro Trapianti del Policlinico e la Rianimazione dell’Ospedale Civile di Baggiovara, che ha portato il Centro ad essere ai vertici in Italia per numero di trapianti di fegato in questa particolare nicchia.

Il trapianto non potrebbe esistere senza la donazione che costituisce la linfa vitale di questa pratica medica. Le equipe nefrologica, della Chirurgia dei trapianti e quelle anestesiologiche partecipano da anni alla diffusione della cultura della donazione mediante la sensibilizzazione degli studenti delle 2° classi delle Scuole Medie cittadine con il programma “Donazione e Solidarietà” organizzato dal Comune di Modena, e sostenuto dalle Associazioni di Volontariato. Per questo motivo, nel 2018, l’Ospedale civile di Baggiovara ha istituito l’Ufficio coordinamento prelievi organi e tessuti con personale dedicato che ha permesso di riorganizzare la gestione procedurale di quanto si faceva già negli anni precedenti. Nel 2019 le donazioni sono state 22, le opposizioni il 25,7%, dato in linea con gli standard nazionali. Tra questi ci sono le 8 donazioni da donatore a cuore fermo che necessitano, visti i tempi molto stretti, di una organizzazione molto efficiente. Nel 2019, in totale sono stati prelevati e trapiantati 63 organi, 17 in più del 2018. Questo risultato è frutto della grande generosità delle famiglie e grazie alla capacità dell’organizzazione di lavorare con sempre maggiore efficienza per salvaguardare l’efficacia degli organi prelevati e portare a termine il trapianto.

“La donazione – spiega la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore dell’Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva dell’Ospedale Civile di Baggiovara – nasce dalla generosità delle famiglie in un momento molto delicato della propria vita, quello in cui si perde un congiunto, in modo inaspettato oppure si sceglie, nel trapianto da vivente, di donare una parte di sé a un’altra persona. Il nostro compito, con l’aiuto anche del servizio di Psicologia Ospedaliera è lavorare perché la determinazione a donare maturi nei cuori dei famigliari in maniera spontanea e partecipata. Una volta che la decisione è stata presa, il compito dell’equipe anestesiologica è quello di seguire tutte le fasi del prelievo sia che esso avvenga con la chirurgia tradizionale, sia che esso avvenga con la chirurgia robotica. In questo caso la nostra esperienza maturata col programma robotico di Baggiovara è una garanzia per il paziente”.

 

 


Redazione Pressa
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