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Una durissima protesta indirizzata ai presidenti nazionali Fipe Confcommercio Lino Enrico Stoppani e Fiepet Confesercenti, Giancarl Banchieri, è stata sottoscritta da associazioni, movimenti, imprenditori di tutta Italia, dal Veneto, alla Lombardia, dall’Emilia-Romagna alla Toscana, sino al Lazio e alla Campania.
La lettera è stata sottoscritta anche dal movimento Ristoratori Emilia-Romagna, gruppo nato in modo spontaneo durante l’esplosione dell’emergenza sanitaria, che oggi può contare sull’adesione e sostegno di oltre settecento realtà, singoli ristoratori e gruppi già organizzati a livello provinciale, come Parma Quality, OstiNati, Consorzio Modena a Tavola, Ristoratori Responsabili di Reggio-Emilia, Tour-Tlen di Bologna, Rinascita Pubblici Esercizi e Ristoratori Romagna e Unione Ristoratori Ferrara.
Egregi Presidenti,
rileviamo una netta inversione di tendenza fra le prolisse esposizioni in tempo di pace e gli scarni comunicati in tempo di guerra.
Gli imprenditori e gli addetti ai lavori si sarebbero aspettati qualcosa di più di semplici comunicazioni via mail o di post su Facebook informativi di una situazione che, purtroppo, ormai anche i più sprovveduti conoscono ed hanno capito. Potrà apparirvi strano, ma anche noi ascoltiamo le notizie, leggiamo i provvedimenti del governo e delle amministrazioni e di certo non aspettiamo di ricevere le vostre comunicazioni per renderci conto di quanto sta accadendo nel nostro Paese.
Da presidenti federali ci saremmo aspettati una comunicazione forte e azioni concrete da cui poter trarre una speranza per sopravvivere ad un evento che, ormai è certo, farà più danni di una guerra. Invece il nulla per farci guardare al futuro disegnato da voi.
Si perché comunque un futuro ci sarà, non importa da dove inizierà, se con voi o senza di voi, se dalle grandi città o dai comuni più piccoli del nostro Paese, perché la passione che muove un imprenditore non ha confini e non si ferma davanti a nulla. Sicuramente subirà un forte rallentamento a causa dell’immobilismo delle Federazioni che anche in tempi normali, non emergenziali, decidono regole, formule e tempi, incuranti delle esigenze delle imprese.
Adesso servirebbe un po’ di coraggio, un atteggiamento sganciato, dalle dinamiche politiche associative, un gesto di responsabilità nei confronti di molti imprenditori e delle imprese, indirizzato esclusivamente alla salvaguardia di un settore che non è quello che voi frequentate abitualmente, ma è quello delle Osterie, dei Bar, delle Trattorie, dei Ristoranti, delle Pizzerie, delle Pasticcerie, dei Pub, che a volte sembrano esteticamente brutte e vecchie, nelle quali, però, ogni anno sbocciano passioni nuove, attività che tengono vive tradizioni di intere comunità e che sono il tessuto sociale ed economico del nostro Paese.
Tutte attività che con la loro identità valorizzano borghi, periferie e interi territori. Cari Presidenti, noi imprenditori siamo stanchi di sentirci dire che non siamo capaci, come voi e la vostra politica volete farci credere vi ricordiamo che ci siamo rivolti a voi perchè crediamo nel sistema associativo, non in quello che ci sventola numeri di associati alquanto dubbi. Vi ricordiamo che molti di noi sono soci delle Confederazioni, che in questo momento non stanno adeguatamente e con forza chiedendo interventi strutturali che possano far sopravvivere le nostre imprese, ad esempio la disdetta del contratto di lavoro (CCNL), la flessibilità in entrata e uscita dal mondo del lavoro (voucher) l’accesso al credito, la riforma della legge Bersani e la proroga della Cassa integrazione in deroga fino al 31 dicembre 2020, e che nulla ha fatto per l’azzeramento dei tributi e dell’imposizione fiscale, plaudendo solo alla posticipazione di quanto indebitamente richiesto.
A questo proposito non rileviamo nessuna presa di posizione da parte di alcuna confederazione riguardo alle scandalose parole del presidente dell’INPS Tridico, che offendono gravemente anche la nostra categoria, non meno importante e non ultima la ripartenza delle Sagre, che è stata inserita nell’ultimo DPCM senza che Voi abbiate detto nulla, che provocherà un altro Tsusami tra le imprese della ristorazione.
Queste sono le azioni che noi associati ci aspettiamo dai nostri rappresentanti di vertici sindacali. Ma in questi momenti difficilici immaginiamo che dopo la presente lettera, ci arriveranno unicamente critiche per la modalità di richiesta che essendo forte e giusta, verrà considerata irriguardosa e irrispettosa, mentre ha il solo scopo di chiedere con vigore a chi ci rappresenta di “alzare la voce” nei confronti di chi governa, affinchè ascolti le nostre istanze. Vi ricordiamo infine, che le Federazioni di categoria sono al servizio delle imprese, non il contrario; e se le imprese chiedono regole certe, veloci e rispetto è preciso dovere dei Presidenti e degli organi statutari rispondere.
Redazione Pressa
La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, .. Continua >>