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Una vera e propria maratona quella compiuta il 22 e 23 dicembre dallo staff della Chirurgia Trapianti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, che in 30 ore consecutive è riuscita a salvare la vita a quattro persone in attesa di trapianto, tre di un fegato e un paziente a cui sono stati trapiantati due reni. Di questi trapianti di fegato, uno è stato eseguito con tecnica “split liver”, grazie alla quale il fegato da donatore cadavere viene diviso in due parti funzionalmente autonome e trapiantabili.
Come spiega Fabrizio Di Benedetto, direttore della Chirurgia Oncologica, Epatobiliopancreatica e Trapianti di Fegato dell’AOU, professore ordinario all’Università di Modena e Reggio e direttore della Scuola di Specializzazione di Chirurgia Generale, “due pazienti su quattro provenivano da altre regioni e due degli organi donati sono stati prelevati e trasportati a Modena dall’équipe della nostra Chirurgia Trapianti con staffetta aerea.
Una parte del fegato utilizzato per trapiantare un paziente di Modena è stato trapiantato in un altro Centro italiano, per salvare la vita ad un bambino con patologia congenita del fegato. Questi casi dimostrano il valore fondamentale della collaborazione tra centri specialistici, senza la quale risultati come quello di oggi non sarebbero possibili”.
Nel dettaglio, la giornata straordinaria ha visto il doppio trapianto di rene su un uomo di 59 anni proveniente dalle Marche, il trapianto di emifegato destro a un uomo di 59 anni dalla Puglia, un trapianto di fegato su un uomo di 54 anni e un altro su un uomo di 60, entrambi residenti in Emilia-Romagna.
“Nonostante le difficoltà poste dalla pandemia”, commenta Claudio Vagnini, Direttore dell’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena, “il numero dei trapianti di solo fegato eseguiti nella nostra azienda nel 2020 ha toccato il numero di 74, superando addirittura quelli dell’anno precedente.
Sono risultati eccezionali, che dimostrano lo stato di salute non solo di quest’azienda, ma di tutto il sistema sanitario e assistenziale della Regione Emilia-Romagna, che ha avuto la grande capacità di proseguire il proprio lavoro “ordinario” nel miglior modo possibile. E ancora una volta mi trovo a congratularmi con tutti i protagonisti attivi di questo incredibile evento: medici, infermieri e componenti dell’équipe dei trasporti che hanno contribuito con l’abnegazione di sempre”.
La giornata ha visto al lavoro due sale operatorie in contemporanea per oltre 24 ore di seguito, con personale chirurgico, anestesiologico ed infermieristico impegnato per portare a termine tutti gli interventi. “I pazienti, a cui è stato garantito accesso alle cure in totale sicurezza, stanno bene e sono ancora ricoverati per il proseguimento dei trattamenti”, puntualizza Massimo Girardis, direttore del Reparto di Anestesia I del Policlinico e professore a UniMoRe.
“Il doppio trapianto di rene – spiega Stefano Di Sandro, responsabile dell’UOS Trapianto di Rene e professore a UniMoRe – è un intervento tecnicamente molto avanzato, che rende indispensabile la sinergia tra chirurghi e clinici: per questo ringrazio tutta la Nefrologia ed il suo direttore, professor Gianni Cappelli, per il prezioso supporto clinico”.
I quattro trapianti mettono ancora una volta in luce la stretta integrazione e collaborazione tra Policlinico Universitario di Modena e Ospedale Civile di Baggiovara. Da qui, in particolare, viene il contributo del team di Anestesia e Rianimazione diretto dalla dottoressa Elisabetta Bertellini, che riferisce: “La cultura della donazione a Modena è molto profonda e radicata, non a caso ci collochiamo ai primi posti in Regione per le donazioni, e il risultato è sotto gli occhi di tutti”.