È diventata quasi una consuetudine notturna, una veglia forzata che i residenti della zona Tempio - Stazione non hanno mai scelto, ma alla quale sono ormai assuefatti. Soprattutto se per scelta o necessità si dorme, per difendersi dal caldo, con le finestre aperte o non del tutto chiuse. Anche se vive al quarto o quinto piano. Ogni notte, puntuale come un turno di guardia, qualcuno li sveglia. A farlo non sono sogni agitati, ma la realtà: liti, urla, talvolta risse vere e proprie — spesso con il coinvolgimento di armi bianche — che scoppiano sotto i portici, dove i bivacchi di spacciatori e tossicodipendenti si estendono tutta la notte, nei pressi dei palazzi, o direttamente nelle piazze, pur monitorate dalla videosorveglianza, Natale Bruni o Dante, proprio quella davanti e all'uscita/ingresso principale della stazione.
Chi abita nei pressi dell’area compresa tra il Tempio e la stazione ferroviaria parla da tempo di una situazione che quantomeno relativa alla quiete pubblica, risulta fuori controllo. Le segnalazioni sono numerose: oltre a episodi legati allo spaccio e a tensioni tra gruppi di persone che bivaccano sotto i portici, si aggiungono disturbi che, pur non rientrando nei reati di cronaca, lacerano comunque il tessuto della convivenza civile.
Il caso della scorsa notte, raccontato a La Pressa da alcuni residenti, ha avuto una connotazione diversa, ma non meno impattante.
Poco prima delle 4 del mattino, a rompere il silenzio è stato un lungo, struggente urlo: quello di un uomo in preda alla disperazione, lasciato poco prima dalla propria compagna. Un dolore personale trasformato in pubblico e condiviso strazio, con almeno quindici minuti di grida e pianti inconsolabili che hanno svegliato interi condomini e creato sconcerto in una delle fasce orarie considerate, teoricamente, le più tranquille.
'Non possiamo più dormire — racconta un’inquilina di viale Crispi — ogni notte c’è qualcosa. Se non sono risse, sono questi altri episodi che comunque non ci lasciano tregua'.
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