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A sole sei ore dal colpo è stato fermato a Milano, dove era fuggito con un’auto Nissan presa in prestito da un parente, l'autore della rapina messa a segno ieri mattina ai danni della filiale di via Marconi a Bastiglia del Banco S. Geminiano e S. Prospero e della tentata rapina ai danni di una donna minacciata, fuori dalla banca, dal rapinatore in fuga nel tentativo di impossessarsi dell’auto.
I Carabinieri sono arrivati a lui, 57 anni, di origine lombarda ma che da anni stazionava nel modenese, senza fissa dimora, vivendo di espedienti e piccoli reati, attraverso una articolata e tempestiva indagine coordinata tra i militari della stazione di Bomporto ed i nuclei investigativi dei carabinieri di Modena e Milano.
Partendo dalla ricostruzione di quanto era successo all’interno della banca dove l’uomo, con il volto travisato era entrato poco dopo l'apertura, armato di un coltello da cucina con lama seghettata, minacciando una addetta allo sportello e impossessandosi del denaro contante della cassa lasciata aperta nel secondo dei due sportelli presenti.
Da qui intrecciando immagini delle telecamere ed alcune testimonianze, le indagini dei militari si sono concentrate su alcuni soggetti pregiudicati già conosciuti in zona. Determinante la conoscenza del territorio di Bastiglia e delle persone anche sospette che bazzicano in zona, dei Carabinieri della locale stazione di Bomporto. Tra questi l’’intuito dei militari si è concentrato su un soggetto in particolare e su un auto da lui utilizzata in altre occasioni. Una Nissan appartenente ad un parente chiesa in prestito dall'uomo anche dopo il furto.
Un auto che attraverso l’incrocio delle informazioni raccolte dal sistema di videocamere con lettura automatizzata delle targhe è stata individuata in viaggio verso Milano. L’attivazione dei Carabinieri di alcune stazioni del reggiano e poi del capoluogo lombardo ha portato all’individuazione dell’auto ancora in movimento in direazione Milano. Da qui l'attivazione del nucleo investigativo dei Carabinieri del capoluogo lombardo. Che prima hanno individuato l'auto, verificato la targa, e pedinata fino al momento della sua sosta nella piazza nei pressi del cimitero monumentale. Alla guida c'era il sospettato e insieme a lui, il parente proprietario dell'auto, ignaro delle responsabilità dell'uomo. Ad incastrare il sospettato il ritrovamento, all'interno dell'auto, dei 1.640 euro in contanti, bottino della rapina. Riconosciuto come tale oltre che dalla quantità, rispondente esattamente a quando denunciato dalla banca, anche del ritrovamento delle banconote cosiddette civetta, per il riconoscimento delle mazzette in caso, appunto, di rapina.
Prove schiaccianti che in assenza della flgranza di reato hanno permesso il fermo dell'uomo che in attesa di convalida è stato tradotto al carcere di San Vittore.
I particolari delle indagini sono stati illustrati questa mattina ai giornalisti dal Maggiore Paolo Bigi, Comandante del nucleo investigativo dei Carabinieri di Modena (nella riquadro della foto)