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Mafia in Emilia Romagna, la Dia: 'Con la pandemia tante imprese a prezzo di saldo'

Data: / Categoria: La Nera
Autore:
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L'ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia traccia ancora una volta un quadro allarmante sulla presenza delle mafie in Emilia Romagna


Mafia in Emilia Romagna, la Dia: 'Con la pandemia tante imprese a prezzo di saldo'
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'L’emergenza economica e finanziaria determinata dalla pandemia non ha risparmiato nemmeno un territorio florido come quello emiliano-romagnolo, dove il rischio di infiltrazione criminale è concreto. Piccole e medie imprese a prezzi di saldo potrebbero diventare un potenziale affare per la criminalità organizzata, sempre pronta ad approfittare della crisi economico-finanziaria, speculando sulle inevitabili difficoltà che hanno colpito moltissimi imprenditori. Dalla ristorazione, al comparto alberghiero e alle piccole ditte commerciali, si presenta il concreto rischio che, per far fronte a spese di gestione ordinarie, pur in assenza di ricavi, molte attività vengano svendute alle associazioni malavitose'. L'ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia traccia ancora una volta un quadro allarmante sulla presenza delle mafie in Emilia Romagna.


'Anche il rapporto della Banca d’Italia sulla economia della Emilia Romagna, pubblicato nel mese di giugno 2020 evidenzia come … la crisi innescata dalla diffusione della pandemia ha colpito l’economia dell’Emilia-Romagna in una fase di pronunciato rallentamento: il Pil in termini reali è aumentato nel 2019 dello 0,4%, in base alle stime di Prometeia, a fronte di una crescita media di circa il due per cento nel triennio precedente. La decelerazione ha riguardato tutti i settori, ma è stata più accentuata per il comparto manifatturiero che ha pressoché interrotto la sua crescita…”. Ancora: “… Le disposizioni dirette al contenimento del contagio hanno avuto una ricaduta rilevante su molti settori economici. Secondo nostre stime la quota di valore aggiunto regionale delle attività non essenziali interessate dal blocco della produzione del 25 marzo è stata pari al 30 per cento.

Nell’industria e in alcuni comparti del terziario, quali il commercio non alimentare e i servizi di alloggio e ristorazione, la quota di valore aggiunto delle attività interrotte è stata più alta…”'.

La Dia conferma anche 'l’inclinazione, prettamente imprenditoriale, della ndrangheta in Emilia Romagna, sempre pronta a consolidare quel “sistema integrato” tra imprese, appalti e affari, che costituisce l’humus sul quale avviare attività di riciclaggio e di reinvestimento delle risorse illecitamente acquisite. Ciò è quanto ampiamente emerso dagli atti dell’importante inchiesta giudiziaria denominata Aemilia, della Dda di Bologna conclusa nel gennaio 2015, che ha chiaramente documentato la pervasività della cosca cutrese Grande Aracri nel tessuto socio-economico delle province di Bologna, Reggio Emilia, Modena, Parma e Piacenza'.

'In ambito regionale, conclamata è anche la presenza di qualificate proiezioni delle cosche
reggine (Bellocco, Iamonte, Mazzaferro), vibonesi (Mancuso), crotonesi (oltre ai sopra citati cutresi, anche i cirotani Farao-Marincola) e di altre famiglie calabresi che, in generale, compongono una mappatura criminale complessa - continua la Dia -. Si tratta di un contesto territoriale in cui anche cosa nostra ha sviluppato, a partire dalla fine degli anni ‘80, attività criminali legate al riciclaggio di denaro e al traffico di stupefacenti. Nel tempo, è stata registrata l’operatività di soggetti riferibili a cosche del palermitano, catanese e gelese, rispettivamente quelle dei Corleonesi, dei Santapaola e dei Rinzivillo. Per quanto concerne la camorra, il panorama offerto dalle indagini degli ultimi anni e dalle attività preventive svolte dalle Prefetture con il supporto della Dia e delle Forze di polizia conferma ancora una volta la presenza di imprese ritenute “inquinate” dal sistema camorristico, impegnate nel settore degli appalti pubblici e riconducibili, in particolare, al clan dei Casalesi. Bologna, Reggio Emilia, Modena, Ferrara, Ravenna e Rimini sono le province ove maggiormente è stata rilevata l’influenza del cartello camorristico casertano che ha messo in campo, negli anni, proprie articolazioni operative chiamate a infiltrare il mercato immobiliare e il tessuto imprenditoriale, rivelandosi una minaccia per il comparto emiliano delle pubbliche commesse. Non sono mancati, nel tempo, riscontri rivelatori della presenza di soggetti riferibili anche ad altri sodalizi camorristici, quali gli stabiesi D’Alessandro, i napoletani Vallefuoco, i Contini del quartiere Vasto di Napoli, la famiglia Nuvoletta di Marano di Napoli, i Puca di S. Antimo, i Mallardo di Giugliano in Campania e i Belforte di Marcianise. Per quanto attiene alle mafie pugliesi è stata recentemente riscontrata l’operatività di affiliati, tra gli altri, al clan cerignolano Piarulli-Ferraro'.

'Infine, accanto ad alcune organizzazioni di matrice straniera in grado di gestire il traffico di stupefacenti su scala transnazionale, come quelle nigeriane, si registra la presenza di altre organizzazioni interetniche, talvolta partecipate da pregiudicati italiani, meno strutturate, ma particolarmente operative, che hanno assunto, in aree pur limitate del territorio regionale, il controllo dello “spaccio” di sostanze stupefacenti e dello sfruttamento della prostituzione, nonché della contraffazione di capi di abbigliamento e altro in particolare, nella costa romagnola. La criminalità di origine albanese, contraddistinta da una notevole capacità organizzativa, risulta particolarmente incline, non solo al narcotraffico, come quella nordafricana, ma anche allo sfruttamento della prostituzione, specie sul versante adriatico della Regione. Per altri versi, quella di origine rumena più in generale dell’est Europa, oltre ad operare nel settore dello sfruttamento della prostituzione in pregiudizio di giovani connazionali, si dedica a reati di tipo predatorio, segnatamente ai furti in appartamento'.

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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