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Ci sono storie che difficilmente trovano giustizia nelle aule di tribunale, ma non per un problema legato alla amministrazione della giustizia. Sono storie legate a concetti antichi e drammaticamente superati come quelli di 'parola d'onore' e di 'stretta di mano'. Concetti non tangibili e difficilmente provabili in aula e che hanno a che fare con valori non monetizzabili. Eppure il mancato rispetto di questi valori può avere conseguenze devastanti. Queste sì, monetizzabili.
Storie difficili da raccontare ma che val la pena fare.
Questa storia in particolare vede protagonista l'azienda di trasporto pubblico modenese-reggiana-piacentina Seta e la Pneucentro, azienda di un noto e stimato imprenditore modenese, Rossano Candrini.
La Pneucentro - come spiega Candrini - 'è stata di fatto costretta a chiudere i battenti per il mancato pagamento di fatture per 371mila euro da parte di Seta'. I fatti risalgono a qualche anno fa.
Pneucentro nel 2010 divenne fornitore dei pneumatici Atcm e successivamente per Seta. Nel 2012 Pneucentro eseguì, in base al contratto di full service, la gommatura invernale di tutti gli autobus circolanti Seta (600 pneumatici da 400 euro l'uno).
Complessivamente, a fine stagione, in base agli accordi l'azienda di Candrini emise fatture totali per 645mila euro a chiusura del 'service' divenuto ormai oneroso per il privato e - con accordo precedente - avviato alla risoluzione. Le fatture non vennero mai contestate da Seta, ma come spiega Candrini, il problema divenne 'la sostenibilità del bilancio della azienda di trasporto pubblica che portò a continui rinvii nel saldo'.
'La svolta (negativa per Pneucentro) avvenne a marzo 2013 quando si arrivò a un accordo transattivo tra Pneucentro e Seta. L'accordo prevedeva che le fatture emesse per 645mila euro venissero stornate con note di accredito - spiega Candrini -.
Ma l'azienda Seta rispettò gli accordi solo in minima parte e alla fine lasciò uno scoperto di 371.629 euro. Essermi fidato dell'accordo con l'azienda e aver firmato lo storno delle fatture mi ha costretto a chiudere i battenti. Oggi Pneucentro è in liquidazione, stiamo cercando di saldare i fornitori coi quali abbiamo lavorato per anni e ho fatto di tutto, riuscendoci, per ricollocare i miei dipedenti. Ma il danno è stato immenso'.
Il caso è finito in tribunale su querela per truffa avanzata dallo stesso Candrini. Ma, come dicevamo, la giustizia non può condannare il mancato rispetto di una 'stretta di mano' (in questo caso il fatto che Candrini si fidò della parola data firmando in anticipo lo storno delle fatture). Mancando il raggiro il giudice decretò che la materia non fosse di competenza penale, semmai, accertato il grave danno subito dalla Pneucentro nello svolgersi dei fatti, la sede giusta sarebbe stato il tribunale civile.
'Nel 2017 tramite l'avvocato Rolando Pini abbiamo tentato in Camera di Commercio a Modena un tavolo di conciliazione con Seta, disposti a mediate la vicenda senza ottenere nessun risultato positivo - spiega Candrini -. Il legale interno di Seta, Costanza Righi Riva intervenuta con le deleghe del caso dichiarò in tale sede che avrebbero fatto proposte di mediazione solamente dopo avere perso un primo giudizio in sede civile. I tentativi di conciliazione prima di tali incontri vennero tenuti a livello di presidenza in Seta con Odorici prima e poi con Bulgarelli alla presenza dell'assessore Giacobazzi. Fu incontrato anche il sindaco Muzzarelli, ma il risultato furono solamente parole. Ho ben nitide nella mia memoria le parole del all'ora direttore generale Marchiori: 'Candrini, conosce l'articolo quinto? Chi ha il denaro in mano ha sempre vinto'. Allora, come amministratore ed anche liquidatore della Pneucentro e anche per la mia dirittura morale nonche desiderio di giustizia, mi sono rivolto ad uno studio legale della mia città intentando una causa civile'.
Ma intanto la Pneucentro ha chiuso. Candrini sta pagando tutti per non fallire, perchè gli uomini di una volta fanno così. Perchè la foto di Enzo Ferrari, suo mentore e amico, sul suo biglietto da visita non permette lo smacco del fallimento.
Perchè si fa così. A costo di perdere tutto. Anche se chi ha il denaro in mano ha sempre vinto... Con buona pace della parola data.
Giuseppe Leonelli
Redazione Pressa
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