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Bastiglia, il M5S non si presenta e Cajò si candida alle Europee

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'Io non sono Lega e di loro apprezzo solo poche cose, ma più di tutto non mi piace il loro assolutismo'


Bastiglia, il M5S non si presenta e Cajò si candida alle Europee
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Mentre a Bastiglia scoppia il caso delle minacce subite dal consigliere Antonio Spica, il M5S annuncia ufficialmente di non presentare la propria lista. A parlare è il referente locale Vittorio Cajò.

Cajò, dunque non vi presenterete come M5S alle elezioni comunali?
'Vedo una sorta di passività nelle persone, persino nei nostri. Avevo pensato ad una lista civica che raccogliesse gli ideali comuni di alcune persone; avevo contattato Spica e avevamo iniziato ad elaborare un progetto comune, ma tutto era ancora poco più che allo stato embrionale'.

Spica si è ritirato.
'Sembra che sia stato minacciato, bella gente c’è in giro…'

Quindi a Bastiglia sarà una battaglia tra la Lega e il Pd? 
'Io non sono Lega e di loro apprezzo solo poche cose, ma più di tutto non mi piace il loro assolutismo.

Vedo una battaglia quasi corpo a corpo tra Lega e una specie di sinistra, dal momento che si vergognano persino del loro simbolo. E hanno ragione. Converrebbe secondo me abbandonare quel triste acronimo che ha dimostrato con Renzi di essere specularmente il contrario di ciò che diceva di proporsi'.

Comunque la Lega appare molto forte, e la situazione delle sinistre molto fluida. Lei quindi cosa farà?
'In tempi non sospetti, recenti, ho deciso di proporre la mia candidatura al Parlamento Europeo'.

Sulla piattaforma Rousseau?
'Sì, certo. È già stata accettata e ora aspettiamo le selezioni. Molti di noi si sono candidati, anche se per l’Italia vi sono solo 76 posizioni. Il requisito impone una buona conoscenza delle lingue.

Il francese è la mia lingua madre, pensi che l’italiano l’ho imparato a 18 anni, dopo che sono giunto in Italia. Mai e poi mai avrei immaginato che il destino mi avrebbe portato a diventare un writer in questa lingua. L’inglese lo conosco abbastanza bene, non quanto il francese ovviamente, ma lo scrivo e lo leggo correttamente e correntemente. Per me il lavoro in Parlamento non sarebbe un mestiere, ma una missione, che svolgerei con passione come sempre. Inoltre, l’ultima cosa che vorrei sarebbe quella di diventare un ennesimo burocrate di questa stantia Unione Europea'.

Quali proposte ha in mente?
'Ho molte idee, tutte comunque allineate con gli ideali del Movimento 5 Stelle, di cui sono onoratissimo di fare parte. Senza l’utopia non può esserci progresso politico. A ben vedere le grandi conquiste sociali sono tutte sembrate pazze, insensate, inarrivabili all’inizio, Le faccio un esempio: io, politico, posso volere che le nuove strade siano lastricate d’oro. Saranno i cosiddetti tecnici che mi diranno se si può fare e come si può fare. Alla fine, forse le strade non saranno lastricate d’oro, magari neppure d’argento, ma di un bel metallo che presenta molte delle caratteristiche iniziali, sì. Ecco questo è progresso'.

Bruxelles non si è dimostrata precisamente quello che tutti avevamo sperato.
'No, infatti. Non starò ad elencarle tutte le aspettative deluse grazie a quei burocrati miopi e spesso interessati anche a livello personale. Ma voglio ripartire da zero e non perdere tempo a chiedere il conto a nessuno'.

Tra le iniziative del Movimento 5 Stelle da attuare in Europa c’è proprio la lotta all’austerità.
'È uno dei temi, e certamente il più importante. Perché è dallo sviluppo economico attuato intelligentemente che si crea il progresso sociale. Ma non si tratta solo di questo. Ovviamente a parte la vergognosa, me lo lasci dire, gestione dei migranti da parte dei nostri partner, che hanno stipulato trattati a loro favorevoli, e non rispettato altri a loro sfavorevoli, c’è la questione dell’assurdo Fiscal Compact, l’adozione degli eurobond, i limiti di bilancio, e molti altri temi arcinoti. Basta cercare su internet, li abbiamo sviscerati all’inverosimile. A coloro che trattavano prima con i burocrati importava non misurarsi con nessuno, fare falsi sorrisi e non cambiare lo status quo, in altre parole non lavorare. E avere dei benefit esosi quanto immeritati. E non voglio aggiungere altro…'

Un’ultima domanda, un po’ critica: e a proposito del referendum sull’Euro?
'Guardi, il nostro Movimento è vivo anche perché all’interno vi sono molte anime, spesso anche contrastanti. Ed è una ricchezza. Noi dibattiamo ma su quelle che sono le nostre colonne portanti non transigiamo: onestà e non-visione della politica come carriera e guadagno; il fatto che ci tagliamo gli stipendi ed i benefit lo dimostra'.

Sì, ok, ma l’Euro come moneta la volete sì o no?
'L’Euro va bene, purché sia una moneta come un’altra. E non una specie di trappola economica. Fare un referendum consultivo è più che possibile, non c’è niente di male. Ma qui tengo ad aggiungere, anzi a sottolineare, che l’Euro al pari dell’Europa Unita sono luoghi convenzionali che si possono, anzi che si devono aggiornare. Tutto ciò che non rispetta il “segno dei tempi” è destinato a soccombere prima o poi, e speriamo più prima che poi'.

Leo

 


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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