Egregio direttore,
L'irrispettoso siparietto della Albanese durante l'intervento del sindaco di Reggio Emilia dà la misura della mancanza di discernimento a cui il nostro Paese è giunto.
Se poi parliamo di regioni 'rosse', tutto viene elevato all'ennesima potenza.
Ricordo che negli anni Ottanta c'era il divismo per gruppi rock e soprattutto pop. L'Italia non si lasciò scappare l'occasione salendo sul primo gradino del podio per capelli strappati, pianti e follie varie da parte dei fans. Ecco, dalle nostre parti stiamo vivendo lo stesso clima nei confronti della questione palestinese, che è diventata molto simile a quella della sessualità fluida: ci si esalta con veemenza e tu vieni attaccato violentemente se spieghi le tue ragioni del no. Mentre altrove si sta mettendo tutto scientemente in discussione, da noi se ne fa una questione ideologica, scardinando i presupposti di scientificità e razionalità. Certi personaggi sanno di avere un popolo in delirio, ecco perché una persona che sta ricevendo approvazioni e cittadinanze onorarie può permettersi di sbeffeggiare un esponente politico che, paradossalmente, è dalla sua parte.
Il cortocircuito di una sinistra che ha ribaltato i concetti di diritti e lotta alle disuguaglianze è ormai evidente. Dopo gli anni Ottanta il divismo è venuto progressivamente meno: invito tutti a prenderne atto prima che sia troppo tardi.
Con non poca indignazione,
Ottavia Proietti
Così la Albanese può permettersi di sbeffeggiare un sindaco che la sta omaggiando

Il cortocircuito di una sinistra che ha ribaltato i concetti di diritti e lotta alle disuguaglianze è ormai evidente
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