Segno che i numeri è meglio che rimangano ancora riservati. A leggere fra le righe, il solo fatto che si debba decidere a ottobre se distribuire o meno il dividendo la dice lunga sullo stato di salute azienda, in particolare sull'aspetto finanziario. Con un debito lievitato negli anni e che oggi incide ancora di più, per l'aumento dei tassi, sui già scarni margini operativi.Ma i dati più significativi del comunicato sono quelli politici. Con il completo fallimento del piano del sindaco di Carpi, Riccardo Righi. Righi che nel suo tentativo di ergersi a federatore per ritrovare un'unità intorno alla Ruggiero e al suo Cda - dopo che per forzarne la nomina il suo predecessore, Alberto Bellelli, aveva rotto il patto di sindacato e soprattutto i rapporti personali fra sindaci della bassa e del carpigiano - ha invece ottenuto l'unico risultato di ricompattare la Bassa.
Il fronte compatto dei comuni della Bassa, assieme alla Fondazione di Mirandola, avrebbe suscitato l'ira di Papotti e destabilizzato la solitamente compassata Ruggiero. Che avrebbe per questo tentato il contrattacco, cercando sponda nei sindaci del carpigiano. Ma di fronte all'evidenza dei numeri Righi non ha potuto emulare le difese accorate di Bellelli. Anche perché s'era detto che il nuovo Cda avrebbe dovuto sanare una situazione critica: ma così pare andare peggio di prima.Per questo Righi ha dovuto accodarsi all'Odg congiunto che punta a rinsaldare il patto di sindacato. Il cui punto di caduta non potrà che essere l’avvicendamento della Ruggiero già nel 2025. Resta solo da vedere se ci sarà tempo e spazio per un nuovo Cda pubblico. O se nel mentre la situazione economico-finanziaria si sarà talmente deteriorata da costringere i comuni a scelte più radicali, come la fusione con Hera.