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Bonaccini, dal 'dico no alle correnti' al più antico correntismo

Bonaccini, dal 'dico no alle correnti' al più antico correntismo

All'apparir del vero, per continuare a contare (e sperare in una rinnovata visibilità), Bonaccini ha plasmato la corrente per antonomasia


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Alla vigilia delle primarie Pd aveva promesso più volte che non avrebbe creato una corrente e lo aveva ribadito anche dopo la sconfitta, assicurando fedeltà al segretario Schlein democraticamente eletto. Anzi egli, Stefano Bonaccini, aveva rivendicato con forza e orgoglio di non essere mai stato all'interno di una corrente e di non volerne l'appoggio. E' tutto agli atti della narrazione politica degli ultimi mesi. Ma all'apparir del vero, per continuare a contare (e sperare in una rinnovata visibilità), Bonaccini non solo ha formato una corrente all'interno del Partito Democratico, ma ha plasmato la corrente per antonomasia, con tanto di rito di passaggio e benedizione ufficiale. 

Gran cerimoniere della nascita di questa corrente (il grande vecchio del Pd Piero Fassino l'ha definita proprio così) è stato ieri e ieri l'altro simbolo del centrosinistra che fu, Romano Prodi, e teatro della Messa laica è stata la Fiera di Cesena. 'Energia popolare' il nome dell'area tenuta a battesimo.

Gli elementi così ci sono tutti nel rispetto quasi manicheo della nobile (si fa per dire) antica arte del correntismo italico, e ora, per Bonaccini, inizia l'azione di logoramento dall'interno della segreteria Schlein, la stessa azione che egli aveva condannato duramente durante la campagna elettorale per le Primarie definendola la causa di gran parte dei mali del Pd.
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Ma, si sa, le parole, soprattutto il politica, cambiano a seconda delle circostanze, e ora la contingenza impone all'uomo partito da Campogalliano per 'battere le destre' (per citare la sua opera omnia) di agire in questo modo, ne va della sua stessa carriera, oggi in bilico tra una 'retrocessione' a candidato sindaco di Modena e un 'parcheggio dorato' come parlamentare europeo.

E così il correntismo da attività nefasta e pericolosa per l'unità del Pd, diventa un nobile impegno 'per allargare il campo e per incentivare il confronto'. Tutto già visto e tutto già detto, con il paradosso che a ad accendere il fuoco amico in casa Dem è colui che siede nella poltrona di presidente del partito, ruolo di garanzia per antonomasia. Col segretario Schlein costretta a far buon viso a cattivo gioco e partecipare pure al parto della creatura che punta - col sorriso nascosto dietro gli occhiali a goccia  e con scarpetta da tennis bianche - a scalzarla. 
Giuseppe Leonelli
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