Italia, pulsioni interventiste: ma la Pace non si ottiene con le armi

Immaginare di essere prolifici costruttori di Pace armando un popolo appare quantomeno grottesco
La realtà però va in direzione opposta. 'Oggi i ministri hanno convenuto che dobbiamo continuare a fornire un supporto significativo all'Ucraina, inclusi rifornimenti militari, aiuti finanziari e aiuti umanitari' - ha detto poco fa il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in conferenza stampa sottolineando l'importanza di continuare a sostenere 'la resistenza ucraina'.
Ora non è forse vero che consegnando armi a una Nazione non si fa altro che alzare il livello dello scontro, indipendentemente dalle ragioni in campo? Non è forse vero che ipotizzare addirittura un intervento diretto nell'area del conflitto non fa che allargare quell'area compiendo così un gradino verso il basso nella salita che deve portare a un cessate il fuoco? Queste constatazioni di buonsenso si scontrano però con un coro ben diverso del quale i principali mezzi di comunicazione nazionali sono i principali attori.
Gli argomenti utilizzati per sostenere questa tesi che sovrappone la sventolare la bandiera della Pace con lo sventolare la bandiera della Ucraina, tesi della quale il Pd di Enrico Letta (e a cascata di tutti gli esponenti Dem locali), è divenuto il primo attore, sono principlamente due.
Il primo: occorre distiguere aggressore e aggredito e schierarsi dalla parte del secondo. Anche offrendo aiuti militari.
Il secondo: un approccio neutrale e semplicemente 'pacifista' significa adottare una sterile posizione pilatesca e, nei fatti, abbandonare il popolo ucraino al massacro in atto.
Ora, forse è necessario tornare ai principi espressi nella Carta costituzionale. Se i Padri costituenti, nella loro saggezza forgiata dal dramma della Seconda guerra mondiale, hanno voluto scrivere che l'Italia ripudia la Guerra, non solo come offesa a un popolo (e ci mancherebbe), ma anche 'come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali', un motivo ci deve pur essere. In ogni Guerra, vi è sempre un aggredito e un aggressore. Sempre. Le guerre hanno sempre un background di scontro latente o evidente (non fa eccezione questa, basti citare il conflitto che da anni piega il Donbass), ma poi la miccia viene accesa sempre da una delle due parti. Mai una guerra inizia come scontro simultaneo tra due Nazioni. Allora se questo è vero, quale sarebbe l''anomalia' che giustifica un interventismo nel conflitto tra Russia e Ucraina? La Costituzione ripudia la Guerra. E quella in Ucraina è una Guerra, certo innescata dalla Russia. E ripudiare la Guerra non significa affatto 'assolvere' il leader russo Putin o giustificarlo (cosa impossibile per chiunque abbia un minimo di razionalità). Non significa schierarsi dalla parte sbagliata. Ma significa solo schierarsi dalla parte della Pace. Punto.
Sull'accusa di 'sterile pacifismo'... Beh, immaginare di essere prolifici costruttori di Pace armando un popolo appare, lo ripetiamo, quantomeno grottesco, così come è difficile immaginare che armando una nazione si riducano le vittime civili. E nemmeno la retorica della 'resistenza' che si vuole paragonare con il nobile movimento partigiano italiano (addirittura sulle note di Bella ciao tradotte in ucraino) può reggere, come giustamente ha fatto notare l'Anpi. Lo stesso Anpi, peraltro, tanto caro al Pd che lo utilizza per rinverdire una facile, e sempre redditizia in termini elettorali, propaganda di sinistra, ma che oggi a sinistra ormai non ha nemmeno la milza.
Piuttosto, fuor di retorica, si dica chiaramente che la Costituzione italiana è subordinata a voleri che ben poco hanno a che vedere con la sovranità italiana. Si dica che la grancassa che vuole far coincidere il concetto di Pace con il sostegno militare a una nazione è animata da logiche oltreoceano e che, per pudore, celiamo sotto il cappello della Nato. Si dica questo e, allora, tutto avrebbe almeno una logica. Sarebbe comunque inaccettabile a livello etico e umano, ma comunque diverrebbe comprensibile sul piano strettamente machiavellico.
Giuseppe Leonelli
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Foto Ministero della Difesa
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