Muzzarelli ancora candidato, quando il potere diventa prigione

Chissà che prima o poi anche alla dittatura che la ricerca del potere impone, anche i più assuefatti non riescano a rispondere con una frase simile. Preferisco vivere. Chissà se per una volta qualcuno non riesca a stupire e stupirsi
Una cella che impone di rinnovare se stessi sempre nello stesso modo, che impone di rinunciare a ogni tipo di sguardo altro, che chiude l'orizzonte delle proprie possibilità alla miope ricerca che soddisfi questo bisogno. Di potere appunto. Un meccanismo che, peraltro, il Sistema che governa il territorio conosce bene e che sfrutta per creare 'soldati' fedeli perchè bisognosi di gratificare il proprio totem: sempre lui, il potere. Vale per Muzzarelli, ma in fondo vale per tutti gli ottuagenari politici, di destra, sinistra, centro, basta che ci sia un posto, che ancora affollano le stanze del comando.Perchè forse, come Mazzarò che non voleva abbandonare la sua Roba, come nei tormenti di Re Lear, così si finisce per confondere la prigione con la libertà e la libertà con la prigione. E nemmeno si osa pensare che oltre il consenso, la macchina elettorale, le preferenze, i successi e gli stipendi dorati, esiste una vita. Anni fa una giovane giornalista in una redazione della Romagna lasciò un biglietto sulla propria scrivania e rinunciò, senza mai più presentarsi, a un posto di lavoro sicuro. Sul foglietto c'era scritto solamente 'preferisco vivere'.
Chissà che prima o poi anche alla dittatura che la ricerca del potere impone, anche i più assuefatti non riescano a rispondere con una frase simile. Preferisco vivere. Chissà se per una volta qualcuno non riesca a stupire e stupirsi. Non riesca a mostrare il coraggio più grande, un coraggio puro perchè collegato a una scelta che non fa soffrire nessuno, se non (apparentemente) se stessi. Stupire e stupirsi, non per la 'gente' chiamata a fare i conti con le proprie contraddizioni e ambiguità non meno complicate e ipocrite e alla quale in fondo che venga eletto un consigliere, un parlamentare, un ministro o l'altro non cambia nulla. Ma per concedere, finalmente, una vera opportunità a se stessi.
Giuseppe Leonelli
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