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Modena, asse Pd-Fdi sulla comunicazione: un'opposizione destinata a rimanere tale per i prossimi decenni

Modena, asse Pd-Fdi sulla comunicazione: un'opposizione destinata a rimanere tale per i prossimi decenni

In base al patto Pd-Fdi, la stessa azienda di comunicazione redigerà i comunicati del primo partito di maggioranza e del primo partito di opposizione


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Quello che è accaduto nella capigruppo dell'8 settembre che La Pressa ha descritto nei dettagli e che resta, non smentibile, agli atti negli archivi di piazza Grande, è la dimostrazione plastica di come l'opposizione nella Modena che non cambia da 80 anni sia destinata a restare tale, probabilmente per i prossimi 80 anni e che la sola tenue speranza di cambiamento sia nella mani di chi, oggi un sindaco non iscritto al Pd, ha la forza di contrastare i Dem dall'interno. Probabilmente non saremo noi, per ovvi motivi, a verificare la fondatezza di questa profezia, ma non serve leggere i fondi di caffè per capire in che direzione vanno le cose. Basta uscire dalle pastoie del politicamente corretto e di una sterile narrazione conveniente.
I fatti parlano da soli. Fratelli d'Italia guidata dal capogruppo Luca Negrini, forte della superiorità numerica del proprio gruppo, ha deciso di rompere il fronte delle minoranze e di trovare un accordo col Pd per affidare a una stessa agenzia i fondi pubblici dei gruppi destinati alla comunicazione. La giustificazione tecnica - come abbiamo scritto - è che il vecchio metodo con affidamenti diretti non è gradito alla Corte dei Conti (e qui saranno tecnici e avvocati a valutare), ma è la declinazione politica a lasciare interdetti.
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In pratica, in base al patto Pd-Fdi, la stessa azienda che si occupa di comunicazione redigerà i comunicati stampa del primo partito di maggioranza e del primo partito di opposizione: insomma se un consigliere di Fdi dovesse scoprire una falla nel sistema a traino Pd dovrebbe rivolgersi, per darne notizia ai cittadini, alla stessa struttura comunicativa che si occupa di gestire le veline Pd. Una vertiginosa anomalia che ha visto contrarie tutte le altre opposizioni e anche il M5S.
Non è detto che il piano vada in porto, ma la volontà espressa alla capigruppo dell'8 settembre è esattamente questa, con tanto di nomi delle tre aziende chiamate (in modo totalmente arbitrario) a presentare preventivi ad hoc (Mediamo, Ciao e Studio Savarin) e con lo stesso Negrini che, dopo aver sottoscritto il progetto presentato dal presidente del Consiglio comunale Antonio Carpentieri (Pd), ha invitato i colleghi di centrodestra a stare attenti a non attaccare il Comune, inerpicandosi in un distinguo tra la struttura tecnica comunale e quella politica.
Ora, al di là dei formalismi, è evidente che in una realtà territoriale che non cambia da 8 decenni, politica e istituzioni si sono fuse da tempo in un connubio inestricabile.
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E allora è possibile davvero pensare che il Sistema Modena sia scalfito da un'opposizione di questo tipo? Non serve ipotizzare 'chissà quale accordo' tra Fdi e Pd come lamentato alla capigruppo, perchè dopo questa strategia unitaria su un tema centrale e delicatissimo come quello comunicazione, l'accordo non è più una ipotesi, ma una realtà.
Ma in fondo va bene così. A nessuno importa davvero. Nelle chat di Fdi si rinforza lo spirito di gruppo sottolineando che è stato il Pd ad accettare la proposta di Fdi e non viceversa, si scredita il quotidiano che ha dato conto in modo puntuale della riunione capigruppo e tra un emoticon d'applausi e uno smile si passa all'argomento successivo, aspettando di poter finalmente contare sui servizi (pagati con soldi pubblici) della stessa agenzia di comunicazione del Pd.
Giuseppe Leonelli
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Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato vicedirettore...   

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