Si tratta
E' per questo che il primo ad uscire sconfitto dal Consiglio comunale di ieri è Andrea Bosi. Mezzetti non ha avuto alcun timore reverenziale nel mandare all'aria la narrazione Pd che per mesi ha puntato il dito nei confronti di una sola persona nella vicenda della sparizione di mezzo milione di euro dei modenesi, per di più in un comparto così delicato come il trasporto pubblico.
Per il Partito Democratico infatti era colpa unicamente della ex dipendente e tutti gli altri attori erano vittime, 'i primi a denunciare', 'i responsabili messi sotto attacco dalle destre', compreso Reggianini meritevole addirittura di applausi a scena aperta alla festa Pd. Una tesi che Bosi - anche nel corso dell'ultima conferenza stampa - ha sottoscritto in pieno evitando di tirare in ballo il suo predecessore ed ex leader Pd modenese.
Chiamato per svolgere un ruolo terzo e per fare pulizia piena senza guardare in faccia a nessuno, Andrea Bosi non è forse riuscito a smarcarsi dai diktat del partito al quale appartiene e ha cercato di 'tutelare' il suo ex segretario provinciale Stefano Reggianini, limitandosi a colpevolizzare unicamente la dipendente e - al più - il direttore Berselli.
La cosa poi ancor più fastidiosa è il continuo ed ostentato riferimento alla legalità e ad Avviso pubblico, del quale Bosi è vicepresidente. Che Amo aderisca all'associazione che promuove la cultura della legalità negli enti locali è una mossa puramente sterile se interpretata in questo modo. Peggio ancora, questa adesione se non accompagnata da azioni concrete, coraggiose e libere da vincoli di partito, rischia di essere una foglia di fico utile per non aprire porte e finestre nella macchina pubblica. Il nuovo amministratore unico di Amo finora non ha avuto il coraggio di superare gli steccati della convenienza, una mancanza che è stata messa ancor più in luce dal paragone con l'atteggiamento opposto tenuto ieri da Mezzetti.
Cinzia Franchini