Segreteria Pd Modena: spunta l'ipotesi di Solomita, l'anti-Muzzarelli per eccellenza
Si è già scontrato mille volte con Muzzarelli, quasi sempre prevalendo, come per la candidatura di Massimo Mezzetti e per le dimissioni di Reggianini
In tutto ciò, più che le persone capaci di attirare maggior consenso, per capacità proprie e politiche, sembrano dovere per forza prevalere quelle che negli anni abbiano creato meno dissenso. Quelli - per capirci - che non hanno mai incrociato sciabole e fioretti con il capo. Per questo continuano a riecheggiare i nomi delle neo sindache Caterina Bagni e Marika Menozzi e della giovanissima Susan Baraccani: che hanno in comune capacità proprie e l'assenza di veri veti, ma anche l'oggettiva inesperienza di partito. O, all'opposto, del consigliere modenese Stefano Manicardi, ultima proposta al ribasso dei muzzarelliani.
Viene allora molto complesso trovare una sintesi fra i veri papabili. Il più meritevole di tutti sarebbe Filippo Molinari: già sindaco di Medolla, nel gabinetto della Giunta regionale e presidente dell' Asp delle Terre dei Castelli - sempre per non dimenticare come vengono fatte le nomine pubbliche. C'è poi Massimo Paradisi, sindaco di Castelnuovo Rangone, al momento il meno sgradito. Ma nei prossimi due anni ci sono all' orizzonte sia le elezioni politiche - e le conseguenti scelte sui nomi dei parlamentari - che il rinnovo della presidenza della provincia. Poltrona che remunera come quella del Sindaco di Modena. Per questo nessuno vuole davvero esporsi e imporsi.
Prende così sempre più piede l'ipotesi del clamoroso rientro di Solomita come commissario di transizione. Sarebbe infatti già arrivata, da Roma, la pressione diretta di Elly Schlein, preoccupata che il clamore della vicenda Amo possa essere amplificato dall' empasse sul segretario - che potrebbe dimostrare che il partito non ha anticorpi. È vero che Solomita è della cordata di Stefano Bonaccini e Davide Baruffi e s'è già scontrato millanta volte con Muzzarelli - quasi sempre prevalendo, come per la candidatura di Massimo Mezzetti e per le dimissioni di Reggianini. Ma in questo momento devastante per il PD, fra gli scandali di Prato, Modena, Milano, Torino, Pesaro - e qualcuno ce lo stiamo certo dimenticando - è più importante chiudere le falle che progettare scenari del futuro.
È altrettanto vero che Solomita, un anno fa, ha preferito lasciare la segreteria per evitare conflitti di interesse con il suo ruolo di Capo di gabinetto di Mezzetti. Ma a questa obiezione si troverà facile soluzione politica con una segreteria veramente forte, che comprenda tutti i nomi citati finora. E anche soluzione organizzativa, con il nome del solierese Angelo Bruno come vicario: quello che lavora, per capirci. Lasciando a Solomita il ruolo di rappresentanza. La notizia già circola nelle chat riservate dei big del partitone, con tanto di meme e toto-slogan: “sarò garante della discontinuità nella continuità” è il più quotato. Avevamo avuto ragione, in tempi non sospetti, a osservare che Solomita sarebbe mancato al PD. Sbagliavamo a pensare che avrebbe resistito più di un anno senza il PD nelle sue mani.
Eli Gold
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