Una tesi onestamente inaccettabile, che suona come una offesa alle tante vittime di una situazione degenerata a livelli insostenibili. Una tesi che fa a pugni con la realtà, con il moltiplicarsi di fatti gravissimi in centro storico, e non solo, e con le continue lamentele di cittadini ed esercenti.
Sia chiaro, una dose di strumentalità nelle parole della opposizione è presente (come è presente nella narrazione fatta da chi governa), fa parte del gioco delle parti (come ammesso da Mezzetti), ma questo non significa che le cose vadano bene così e che si debbano interpretare i rilievi della minoranza come una sorta di 'lesa maestà'. Oggi la Camporota non è più 'Eccellenza' il prefetto, ma un assessore che può e deve essere criticato, come Democrazia e pluralismo insegnano.
E che l'intervento dell'assessore sia stato del tutto inadeguato rispetto alla realtà dei fatti, lo hanno dimostrato proprio le successive parole del sindaco Mezzetti (qui). Mezzetti, pur sottolineando come il problema non sia solo modenese ma nazionale, si è ben guardato dal negarlo. 'Vivo come un assillo il degrado e il disagio che si vivono in questa città, che sono una realtà' - ha detto. E ancora: 'Non sono tra coloro che minimizzano il problema o giustificano quello che accade'.
Insomma, il sindaco è stato costretto a smentire l'assessore Camporota e a riportare la discussione nell'alveo della concretezza, ammettendo il problema (pur facendo un cappello giustificativo politico) e appellandosi a una unità di intenti per farvi fronte. Una presa di posizione di buon livello politico che ha ribattuto a viso aperto alle minoranze senza inutile meline.
Ma il punto resta lo scivolone dell'assessore alla sicurezza, di colei che è stata richiamata dalla (dorata) pensione di prefetto per guidare l'assessorato più delicato della giunta di Modena. Il sindaco Mezzetti, dopo quanto accaduto ieri in Consiglio, dovrà seriamente interrogarsi sulla opportunità di mantenere l'assetto di giunta attuale. Ieri ci ha messo una pezza, ma il vestito appare decisamente logoro.
Giuseppe Leonelli