Lo scorso 28 gennaio si è tenuto nel Duomo di Modena il concerto dell’artista di fama internazionale Noa, cantante che deve la sua fortuna, tra le altre, anche alla interpretazione della colonna sonora del film di Benigni, La vita è bella.
Noa ha cantato per la pace (come fece Patti Smith); è una artista israeliana (nata a Tel Aviv), ed è certamente meritevole, come lo era Patti Smith, di offrire la sua arte e la sua musica a Dio in un luogo dedicato al Signore.
Ma la mia perplessità, che volevo condividere con lei e i suoi lettori, riguarda altro. Per Patti Smith vi fu una levata di scudi, quasi tutti di segno opposto e contrari alla sua esibizione; per Noa non ho letto altrettanto, anzi l’evento è passato, non dico in secondo piano, ma nel silenzio più totale; o perlomeno non ha incontrato le medesime ostilità massmediatiche esposte contro Patti Smith.
Le due artiste sono entrambe donne, entrambe hanno cantato la loro musica in Duomo, ed entrambe hanno cantato per la pace; entrambe sono espressione di devozione a Dio e di fede, seppure in modo diverso tra loro; ho letto recentemente una intervista nella quale Noa ha dichiarato che la musica
Noa addirittura è israeliana, e di questi tempi non so bene se sia un pregio o un difetto, dato che il conflitto israelopalestinese occupa i giornali ogni tre per due; e magari ancora non è ben chiaro se stare con Israele o con la Palestina.
Ma mentre Patti Smith ha incontrato, di fatto, una totale ostilità, Noa ha ricevuto un trattamento diverso, anzi la città, sempre pronta a giudicare, ha inspiegabilmente taciuto.
Forse che in questo caso era vigente la regola del “due pesi e due misure”?
Forse perché Noa è politically correct mentre Patti Smith no?
Forse perché la musica di Noa è meglio di quella di Patti Smith?
Le sarò grato se vorrà cortesemente illuminarmi con un suo parere.
Ringrazio per la sua cortese attenzione e disponibilità
Paolo Bianchi
Le risposte alle domande che pone sono in gran parte soggettive e, poiché mi chiede un parere, mi permetto di dare la mia particolare visione, senza alcuna minima pretesa di offrire lezioni (sopratutto in questo campo non ne ho davvero gli strumenti), ma come semplice contributo. Io credo che sia Noa che Patti Smith avrebbero potuto esibirsi in luoghi modenesi più appropriati.
Giuseppe Leonelli