'Dramma neonato morto e chiusura Pavullo: malafede, ignavia, ignoranza'
Il segretario repubblicano Ballestrazzi (medico e pavullese) interviene duramente sulla tragedia all'ospedale di Sassuolo. Il Pri è alleato del Pd a Pavullo
In primo luogo ci ha sorpreso, al di là delle solite frasi di circostanza, la mancanza di umiltà dei cosiddetti 'tecnici', evidentemente assuefatti a quel meccanismo di autoreferenzialità che da sempre contraddistingue i loro comportamenti.
Come si faccia a sostenere che tutto ha funzionato a dovere di fronte ad una tragedia come questa resta un mistero!
E neppure serve difendere in modo stolido - a fronte di quanto accaduto - la validità di progetti e la correttezza di comportamenti che, alla fine della fiera, hanno prodotto questo risultato, perchè si legittima il sospetto che qualcuno sia in malafede.
O, ed è ancor peggio, che non vi sia alcuna intenzione di valutare con onestà e capacità, anche autocritica, quanto avvenuto. E questo è davvero preoccupante!
Preoccupante come l' ignavia dei sindaci dei comuni dell' Appennino - quelli in carica e i loro predecessori - che nel disinteresse più assoluto dal 2012 hanno approvato tutti i piani loro presentati.
Peccato che abbiano dimenticato che la Costituzione - oltre che il diritto naturale ed il buon senso - tutela espressamente la salute quale diritto fondamentale ed inalienabile di ogni cittadino della Repubblica e che questa funzione è direttamente affidata alla loro responsabilità.
Dove erano quando si è deciso di creare cittadini di serie A e di serie B?
E' solo una questione di superficialità? Si potrebbe pensare di sì visto che non più tardi di 15 giorni fa il consigliere regionale Gibertoni - per dare un colpo al cerchio ed uno alla botte - ha dichiarato che sarebbe stato possibile mantenere a Pavullo i parti ' sicuri' dirottando altrove quelli a rischio. Ma Giulia Gibertoni ignora che ogni atto medico o chirurgico contiene un fattore di rischio intrinseco?
Invece che tuonare ' a posteriori', per favore qualcuno glilo spieghi una volta per tutte, altrimenti resta nell' ignoranza.
La stessa ignoranza palesata da molti esponenti della cosiddetta società civile che parla a sproposito di cose che non conosce usando, talvolta, una lingua che conosce ancora meno.
Cito per tutte una tale Jessika Burgoni, che ha avanzato il sospetto che, anche se il Punto nascite avesse funzionato, nella presente circostanza il traserimento a Sassuolo sarebbe stato comunque inevitabile.
Nessuno può dire con certezza quale sarebbe stata l'evoluzione di questa urgenza ma quello che tutti sanno - tranne evidentemente Jessika Burgoni - è che il reparto di Ostetricia di Pavullo per anni è stato scelto da molte donne di altri territori per la competenza clinica dei sanitari e la 'sicurezza' che era in grado di offrire alle partorenti. Questo patrimonio di cultura ed esperienza è stato vanificato dalle scelte del 2012 che hanno sancito il 'ridimensionamento 'numerico dei sanitari non certamente la loro capacità e la loro professionalità.
A Pavullo sono calati i parti ma gli ostetrici non sono diventati tanto ignoranti, superficiali ed incompetenti da non saper governare una patologia che, putroppo, si presenta con una certa frequenza e che nella loro esperienza professionale hanno dovuto affrontare centinaia di volte!
Alla fine, malafede, ignavia, superficialità e ignoranza sembrano davvero costituire gli elementi perniciosi che caratterizzano, a 360 gradi, tutto il quotidiano svolgersi della vita delle nostre comunità. Forse è ora di cambiare strada. Magari partendo da noi stessi! Paolo Ballestrazzi - Pri
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