Su argomenti di grande attualità come la guerra della Russia all’Ucraina, la lotta dei terroristi di Hamas ad Israele, il cordone ombelicale con la Cgil mantenendo contemporaneamente i rapporti col mondo industriale, finanziario, bancario e con le grandi imprese di costruzione della Lega delle cooperative, essere a parole a favore dell’Unione europea ma anche contro sul caso del riarmo e della difesa, cercare di mantenere nello stesso partito uomini dalle idee diverse come Alfieri, Guerini, Fioroni, Gentiloni, Minniti, Letta, Prodi, Casini, provenienti dal mondo cattolico della Margherita e massimalisti del vecchio Pci come Landini, Orlando, Fratoianni, Boccia, Boldrini, Bettini, il Pd di Elly Schlein sta dimostrando tutta la sua ambiguità.
Presentando una volta ancora l’antica storica doppiezza iniziata sin dai tempi della segreteria Togliatti e proseguita poi dai vari segretari,Berlinguer e D’Alema compresi.
Un partito diviso tra massimalisti e riformisti su argomenti di grande rilevanza politica che vede ora la Schlein isolata rispetto al gruppo dei Socialisti e Democratici al Parlamento europeo solidali con la Von der Leyen e in contrapposizione anche con la sua minoranza interna e alle chiare opinioni espresse dal Quirinale. Con una pericolosa concorrenza elettorale alla sua sinistra rappresentata dai 5Stelle di Conte e da Verdi e Sinistra di Fratoianni e Bonelli.
Di qui le imbarazzate dichiarazioni del gruppo dirigente in televisione e sulla stampa, col ritorno della doppiezza e della ipocrisia sulle posizioni da assumere, con una prima conseguenza: la sparizione dalle piazze delle bandiere inneggianti alla Pace, il vessillo che li ha accompagnati per anni, visto che la pace in Ucraina e a Gaza pare venga assicurata ora dal loro nemico storico, l’America e non dai tentativi falliti dell’Unione Europea, del Vaticano, dell’Onu.
Cesare Pradella
Pace o riarmo, l'eterna doppiezza dei Dem post-diessini
Un partito diviso tra massimalisti e riformisti su argomenti di grande rilevanza che vede ora la Schlein isolata rispetto al gruppo dei Socialisti in Europa
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