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Solo pochi mesi fa chi prefigurava uno scenario simile veniva emarginato e deriso come complottista. Ora sono fonti governative o filo-governative, vicine al premier Draghi, a dirlo. Il Green pass nel nostro Paese potrebbe diventare un elemento strutturale della convivenza civile, slegato di fatto all'andamento pandemico. Lo ha detto Ricciardi e lo ha detto Lopalco e prima di loro lo ha detto Locatelli. E' questa la 'nuova normalità'.
'Controllare un certificato verde è questione davvero di pochi secondi, per questo non vedo nessun problema nel continuare a controllarlo' - ha detto Lopalco. Parole che fino a due anni fa gli italiani avrebbero accettato di sentire solo in un film di fantascienza, con pop corn e bibita in mano, consapevoli che all'uscita dal cinema tutto sarebbe svanito.
Invece no, l'incubo non svanisce. Anzi, viene spacciato per normalità.
In un Paese anestetizzato dall'ultimo smartphone e alla continua ricerca di una distrazione per non osservarsi allo specchio, viene venduta per normalità la sostituzione della carta d'identità che fa dell'individuo un cittadino. Non più una cittadinanza legata allo ius sanguinis, ma una cittadinanza vincolata alla adesione volontaria a un trattamento sanitario da ripetersi nei modi e nei tempi decisi dalla politica, o meglio dal Governo, su indicazione di un Comitato tecnico-scientifico. Di questo stiamo parlando.
Diritti civili per sempre vincolati a un codice Qr che divide in due i cittadini, li separa, mettendoli gli uni contro gli altri per salvare e rafforzare chi quel codice Qr ha voluto. Non c'entra nulla il ruolo certificato dalla scienza dei vaccini nel contenere i casi più gravi di Covid. Non c'entra nulla l'aspetto sanitario. Il tema è puramente sociale.
Siamo di fronte a un ricatto sine die, a un fine pena mai al quale tutti devono piegarsi, indipendentemente - lo ripetiamo - dall'andamento della pandemia, che esiste e che nessuno mette in discussione. Non importa se la curva dei contagi cresce o sale: il Green pass c'è e resta. Questo è quello che i tecnici, supportati dagli uomini di Governo, stanno dicendo.
Un Paese così fa paura. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo. Fa paura per la sua eccezionalità e per l'essere potenziale precursore di misure simili in altre parti d'Europa e del Mondo. Fa paura per la sua capacità di esasperare il conflitto sociale e per la parallela incapacità di non tollerare il dissenso. Fa paura per la sua perfidia. Del resto cosa se non questo è Male? Cosa è Male se non privare del lavoro un operaio di 50 anni, una mamma insegnante o un poliziotto di 30 anni? Cosa è Male se non vietare ai bambini senza super Green pass di salire sul bus o di giocare a calcio con gli amici? Cosa è Male se non umiliare uomini che con dignità da mesi - pur avendo il Green pass da guarigione - hanno rinunciato a tutto pur di non cedere all'idea che in Italia un certificato verde possa contare più della carta d'identità e della libertà per la quale i nostri nonni diedero la vita meno di 80 anni fa?
Giuseppe Leonelli
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Redazione Pressa
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