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A Modena il Trittico di Puccini

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Venerdì 26 al teatro comunale Luciano Pavarotti, il capolavoro costituito dai tre atti unici?Il Tabarro,?Suor Angelica?e?Gianni Schicci


A Modena il Trittico di Puccini
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Va in scena venerdì 26 gennaio 2018 alle ore 20 e domenica 28 alle 15.30 al Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena Il Trittico di Giacomo Puccini, capolavoro costituito dai tre atti unici Il TabarroSuor Angelica e Gianni Schicchi. L’opera si vedrà anche nei teatri di Piacenza, Reggio Emilia e Ferrara, che firmano la coproduzione, e viene rappresentata a cento anni dal suo debutto, avvenuto nel 1918 al Metropolitan di New York. Lo spettacolo, che riprende l’allestimento firmato nel 2007 per la regia da Cristina Pezzoli, è uno dei più apprezzati del Teatro Comunale e venne pubblicato e messo in commercio in DVD da TDK/Rai Trade. L’opera sarà diretta da Aldo Sisillo, alla guida dell’Orchestra Regionale dell'Emilia Romagna e del Coro del Teatro Comunale di Modena preparato da Stefano Colò.

Il numeroso cast comprende nomi di assoluto prestigio internazionale.

Nel ruolo di Michele (Il Tabarro) e di Gianni Schicchi canterà Ambrogio Maestri, ospite regolare del Teatro alla Scala, de l’Opéra National de Paris, dell’Opernhaus di Zurigo, del Festival di Salisburgo e del Metropolitan di New York. Il ruolo principale di Suor Angelica e quello di Giorgetta nel Tabarro sarà interpretato da Anna Pirozzi, recente ospite al Teatro alla Scala di Milano, al Covent Garden di Londra e all’Opera di San Francisco.

L’idea di un’opera costituita da tre atti unici fu di Puccini e, sebbene non avesse precedenti, assecondava un costume che aveva già dato vita ad alcuni capolavori della scuola verista italiana, come Cavalleria Rusticana I pagliacci, ed era diffuso nell’avanguardia europea. Il Trittico debuttò in America a guerra appena finita anche se Puccini non poté assistervi per il pericolo di mine inesplose che impedivano di attraversare l’Atlantico.

La prima italiana si tenne a Roma nel gennaio del 1919, poi il titolo conobbe diversi allestimenti di prestigio negli anni successivi, a Londra, Buenos Aires, Vienna, Torino e Bologna. L’ultima ripresa importante ebbe luogo alla Scala nel gennaio del ’22, dopo di che l’opera assecondò la tendenza a smembrarsi nei tre singoli episodi che incontrarono diversi gradi di popolarità, con Gianni Schicchi in testa.

I tre episodi dell’opera sono profondamente diversi l’uno dall’altro: un fosco delitto passionale sulle rive della Senna (Il tabarro), la colpa e la disperazione di una suora in un convento di clausura (Suor Angelica), la comicità irresistibile di una truffa nella Firenze medioevale (Gianni Schicchi).

L’intera scena del Tabarro si svolge sulla chiatta di Michele, un barcone da carico dove gli scaricatori hanno terminato il loro lavoro. Giorgetta, sua giovane moglie, ama segretamente Luigi, uno degli operai, e lo attende come ogni sera. Michele sorprende Luigi sul ponte della barca mentre cerca di incontrare la moglie, lo uccide e lo nasconde sotto il tabarro prima di mostrarlo crudelmente alla moglie. Figlia di una famiglia aristocratica, Suor Angelica sconta in un convento di clausura il peccato di aver messo al mondo un figlio illegittimo. Dopo sette anni di sofferenze e di speranze, Angelica apprende la notizia della morte del figlio, e distilla un veleno con cui trova la morte. Nell’ultimo episodio invece, tratto dalla Divina Commedia, la famiglia di Buoso Donati interrompe bruscamente la veglia funebre quando scopre che il parente appena deceduto ha lasciato tutti i suoi beni in eredità ai frati. Chiamato in soccorso, lo scaltro Gianni Schicchi si finge Buoso ancora in fin di vita per dettare un nuovo testamento all’ignaro notaio.

 


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