“Un'asta dei pensieri dove cerco il miglior (s)offerente per mettere all'incanto il verso delle cose: magari d'uccello o di poeta”. Un luogo scenico, multifunzionale, dove proseguire la sua ricerca artistica nei territori che in questi anni lo hanno visto partecipare attivamente in prima persona ad avvenimenti sia artistici che sociali applicando fattivamente la “…congiungivite dove varco il fraintendere, fino all’unità dismisura, tra arte e sorte, fiamminghi e piromani, van Gogh e Bangkok, bene e Mahler, sangue fuori mano e stigmate, stigmate e astigmatici, Dalì fino Allah.”
E se in questo nuovo allestimento vogliamo trovare un'altra cifra bergonzoniana, insieme ovviamente alla scrittura comica, dovremo cercarla nella “Crealtà”, altra sua
Quindi “Arrivano i Dunque” perché i tempi sono colmi e come si chiede Bergonzoni “Manca poco? Tanto é inutile? Non per niente tutto chiede!”Alessandro Bergonzoni ha scritto e interpretato quindici spettacoli. La sua storia si sviluppa partendo dagli inizi contraddistinti da una scrittura episodica, transitando per un personalissimo percorso legato a una comicità surreale che confinava la realtà ai margini del palcoscenico, fino a sfociare a una maturità che unisce il comico assoluto all’impegno legato ad argomenti come l’emigrazione, la malattia, la carcerazione, il pacifismo. Il tutto all’insegna di una continua esplorazione artistica e umana che attualmente lo costringe ad una sorta di movimento perpetuo tra teatri, musei, scuole, piazze, carceri, alla ricerca di una coesione di argomenti generalmente intesi, da una società sempre più organizzata per compartimenti stagni, come monadi non comunicanti tra loro.
Bergonzoni è diventato un ‘sistema artistico’ complesso