Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
E poi sul concerto di Vasco Rossi, arrivano le parole scontate. Quelle di buon senso. Quelle che si pronunciano con le gambe accavallate e con voce bassa e pacata, sorseggiando un bicchiere di vino rosso. Ma solo uno, d'annata però. Quelle di chi sa come gira il mondo. Di chi fuma la pipa con tabacco prezioso. Quelle di chi condanna lo snobismo, ma condanna anche l'eccessivo ardore. Quelle dei moderati. Quelle della saggezza e dei capelli bianchi. Quelle - per citare De Andrè - di chi dà buoni consigli non potendo più dare cattivo esempio.
A pronunciarle non è un vecchio saggio, ma il 34enne, giovane fuori e vecchio dentro, segretario cittadino Pd Andrea Bortolamasi.
Scrive Bortolamasi: “L’aggregazione, il sentirci comunità prima ancora che città è sempre stato il vero segno distintivo di Modena.
E il grande concerto di Vasco Rossi al Parco Ferrari rientra pienamente nelle nostre tradizioni, nelle nostre capacità e nelle nostre ambizioni. Per questo sosteniamo con convinzione l’amministrazione e gli organizzatori che hanno voluto, e stanno lavorando alacremente da mesi, per creare un evento di queste dimensioni. Anche dopo l’attacco terroristico a Manchester e il caos in Piazza Castello a Torino, l’appello che lancio è quello di non farci vincere dalla paura. Da una parte, non possiamo e non dobbiamo chiuderci in casa, isolarci: continuiamo a uscire, a stare nelle piazze e nei parchi, a ritrovarci in piccoli e grandi gruppi. Il nostro stare insieme è festa, incontro, dialogo. Dall’altra, occorre lavorare per individuare tutte quelle soluzioni (logistiche, di sicurezza, di compatibilità con il tessuto urbano e ambientale esistente) che consentano a una manifestazione di valore internazionale di potersi svolgere nella nostra città.
Non facciamoci vincere da un certo snobismo e non lasciamo campo alle recriminazioni: a chi dice “Ma c’era davvero bisogno di tutto questo trambusto?” Io rispondo “Sì” senza esitazioni
'.
Ma sì! Sì, senza esitazioni! Che noi siamo tutti con Vasco, purchè si trattenga eh. Che il rock va bene, ma solo fino a certo un punto. Che la parola 'trambusto' non si sentiva dal 1947, quando al governo c'erano Alcide De Gasperi e Mario Scelba.
Parole vuote e totalmente senza senso. O meglio parole di buonsenso, ma talmente buono da apparire banale e scontato. Sono le parole di chi fa la campagna antifumo, di chi si spende per la parrocchia ma anche per il partito. Di chi basta che ci sia un posto. Parole che fanno il paio con quelle dell'amministrazione che vieta di portare bottiglie di vetro e chiude l'area cani del parco. Come bastasse questo per arginare un mare di 220mila persone, richiamate follemente (perchè di follia si tratta) a 300 metri dal centro di Modena.
Parole, quelle del segretario cittadino Pd, che dimenticano - volutamente - i 140mila euro che finiranno in due giorni nelle casse del Pd stesso grazie agli incassi che verranno racimolati con la gestione del parcheggio a Ponte Alto.
Parole che - speriamo - il concerto di Vasco, pieno di alcol, fumo e sigarette (e), cancelli definitivamente. Che anneghi l'ipocrisia di chi pensa di gestire l'ingestibile. Che dimostri che la follia è follia e non ha argini. Nel bene e nel male.
Leo