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Dal palco del Teatro Umberto di Roma, dove il 25 settembre scorso si sono tenuti gli Stati Generali di Cultura Identità, alle province, ai borghi, alle città: è questa la strada che vogliono fare le parole che compongono il patto per la cultura presentato dall’associazione fondata nel 2018 da Edoardo Sylos Labini e presente anche a Modena con un proprio coordinamento territoriale.
Ne raccolgo il testimone e lo porto all’ombra della Ghirlandina, sulla via Emilia, lungo la strada dell’Abetone, in ogni angolo di questa provincia che è casa, per offrirlo a chi voglia davvero impegnarsi in concreto.
Un manifesto in 5 punti rivolto alle istituzioni locali, per lanciare un nuovo Rinascimento basato su arte, cultura, bellezza.
Ancora più significativo farlo alla vigilia di elezioni amministrative, per proporre un impegno reale, non una semplice dichiarazione d’intenti fatta di promesse elettorali che rimangono inattuate.
Idee che diventano azioni. Azioni che possono riportare la cultura al centro dell’agenda politica, in un Paese, come l’Italia, che ha il dovere morale imprescindibile di conservare e rilanciare il proprio patrimonio artistico, paesaggistico, storico.
Identità, che è memoria e continuo racconto della propria radice, consapevolezza di ciò che siamo stati e, pertanto, anche di quello che siamo e che saremo. è l’asse che non vacilla al quale riferirsi quando tutti i punti di riferimento saltano, il senso dell’origine che è valore assoluto in un mondo di (falsi) valori relativi.
Valorizzazione: non è solo il riconoscimento del patrimonio culturale, ma anche e soprattutto il darne valore, l’agire per farne centro della vita della comunità. In questo modo diventa volano, sociale ed economico, del territorio.
Innovazione. C’è vero sviluppo solo se si guarda avanti mantenendo il collegamento con il proprio passato e preservando l’umanità.
Tecnologia e futuro, quindi, diventano supporto ormai irrinunciabile a ogni politica culturale, solo se si mantengono in queste due dimensioni, così da scongiurare aberrazioni e disastri.
Circolarità, che è creazione di rapporti, condivisione di obiettivi, dialogo tra persone, enti e associazioni che abbiano un comune sentire, così da costruire proposte culturali di ampio respiro e che superino il circolo ristretto del proprio orticello.
Sussidiarietà, infine, che è riconoscimento del ruolo centrale – in Italia in misura massima – delle comunità locali, dei borghi, delle province. Di quell’Italia minore che spesso è l’Italia migliore. In questo solco si inserisce la proposta avanzata da Cultura Identità di istituire in seno alle amministrazioni comunali di una Commissione per il patrimonio minimo, che cataloghi e curi tutti i monumenti considerati meno importanti, ma che spesso sono parte integrante e profonda del tessuto sociale delle nostre città e paesi.
Simone Zanin - Responsabile Provinciale CulturaIdentità Modena
Redazione Pressa
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