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«Amy Paige ci mise tre giorni a morire. Non riprese più conoscenza dopo il parto, vegetò a occhi chiusi in un rantolo soffocato». L’incipit del nuovo romanzo dello scrittore modenese Piero Malagoli E avrai sempre una casa, pubblicato il 26 settembre da Edizioni Spartaco, alza il sipario su una storia struggente.
Nei territori inospitali dell’Ozark, in Arkansas, l’eco della Guerra di secessione arriva lontano alle famiglie di piccoli proprietari terrieri come i MacMath le cui giornate sono scandite dal massacrante lavoro nelle piantagioni. I campi di cotone faticosamente sottratti ai terreni montuosi e lo scarso bestiame a disposizione sono a stento sufficienti a sfamare cenciosi bambini avviati in tenera età ai più pesanti lavori e a ripagare i prestiti bancari. Chi non ce la fa perde tutto: la terra, la casa, la speranza di un futuro dignitoso.
L’inverno con i suoi rigori è alle porte quando Isaac, il maggiore dei quattro fratelli orfani di Amy, decide di partire volontario con l’esercito confederato. L’improvvisa morte del padre renderà la situazione drammatica. Sarà la quattordicenne Kayla ad assumere la responsabilità dei suoi fratelli minori, Lucas e l’infante Reese, e della malridotta tenuta agricola.
“Resistere” è il comandamento che da quel momento dirige l’azione della ragazza, il mantra che sembra recitare all’infinito assieme ai salmi di uno sgualcito breviario, ultimo ricordo della madre, che le infonde forza e coraggio. Lottare contro tutte le avversità è l’unica strada percorribile per i fratelli. Cercare di sopravvivere alla natura selvaggia e a un destino impietoso al solo scopo di non farsi dividere ed espropriare la casa.
Con un linguaggio curato ed evocativo, lo scrittore accompagna i lettori nell’America dei diseredati, tra le famiglie le cui vite sono immolate sull’altare dell’american dream; saranno questi nei primi decenni del ‘900 “i nomadi”, protagonisti drammatici dei capolavori di Steinbeck.
Nelle avventurose cronache della caccia al bufalo o nello struggente racconto del dramma quotidiano tra le mura della tenuta dei MacMath l’autore ha la capacità di rendere al meglio lo spirito di frontiera e, soprattutto, le sue contraddizioni.
Il romanzo rimanda al lettore immagini crude di vicende laceranti che colpiscono come un pugno nello stomaco e lo legano empaticamente a personaggi assai credibili e ben delineati. Kayla, nella sua ostinata volontà di sopravvivenza, è una protagonista anticonvenzionale. Forte nelle sue fragilità, combatte con lucida follia oltre ogni logica fino alle conseguenze più estreme, sacrificando di sicuro la sua innocenza e, probabilmente, la sua anima. Imperfetta e per questo reale come quelle figure femminili iconiche che di tanto in tanto fanno capolino nella letteratura internazionale, la giovane donna è destinata a diventare indimenticabile grazie una prosa ispirata e potente.