“Un tema complesso, fraintendibile e al confine tra luce ed ombra. La resa non è un arrendersi passivo in questa declinazione, la resa è un fluire, un grande atto di fede, un accogliere senza paura, senza giudizio gli accadimenti della vita. Un tema che verrà indagato, durante il festival, in vari modi: ci saranno artisti che racconteranno la resa rappresentata dalla morte, quindi il perdere qualcuno e arrendersi alla perdita e al lasciare il mondo che, prima o poi succede a tutti ma allo stesso tempo questo porta anche a una declinazione positiva e a un altro tipo di racconto, quello dedicato alla ciclicità della vita che ci insegna come, per ogni fine ci sia sempre un nuovo inizio”, commenta la Direttrice artistica del Festival,
La fotografia dell’opera dell’artista è la protagonista del manifesto, come spiega ancora Giberti: “Ogni anno selezioniamo un’artista che interpreti il tema e ci dia una sua personale restituzione nel linguaggio che lo caratterizza. L’artista Enrica Berselli ha perfettamente capito la direzione della resa, e ce ne ha donato una visione potente, diretta, reale. Luci e ombre che si uniscono insieme in un affascinante connubio. La locandina è la fotografia di una delle sua opere, realizzata appunto per il festival, che rappresenta due mani, dove la sinistra blocca la destra ed è interessante perché ci mostra come a volte, per arrenderci, dobbiamo ascoltare il cuore, la parte appunto sinistra e “bloccare” quella invece più razionale”.
Realizzata in cera d’api, l’opera si ispira in tutto e per tutto al tema della resa, come spiega l’artista Enrica Berselli: “L’opera che ho realizzato per questa edizione del festival rappresenta un conflitto. Infatti, se da una parte tendo a non arrendermi mai, a non cedere mai alla “resa” con ciò che accade nella mia vita, a volte però sono consapevole che può essere una via per uscire da un “impasse”, da un vicolo cieco.