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La lezione di Armenia: 'A Modena politiche culturali costose e scarse'

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A Modena, nella cultura, per la cultura, si persegue la quantità e non la qualità. E spesso a costi esorbitanti. Purtroppo


La lezione di Armenia: 'A Modena politiche culturali costose e scarse'
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Un anno fa moriva Roberto Armenia. Nel ricordo l'omaggio è unanime. Ma questo elegante giornalista aveva spesso preso posizione chiare contro il Sistema Modena, proprio quel Sistema che oggi lo incensa.

Ecco, ad esempio, le parole del sindaco di Modena Giancarlo Muzzarelli di un anno fa in occasione della morte. “Modena con la scomparsa di Roberto Armenia perde un grande modenese e un uomo di cultura stimatissimo in città, come dimostrano anche l'affetto e la commozione che in queste ore stanno caratterizzando il suo ricordo. È stato giornalista, scrittore, ha collaborato con il Comune, è stato fino all'ultimo generoso volontario Unicef, e soprattutto un instancabile promotore e operatore culturale: tante e tanti modenesi gli sono grati per avere portato in città protagonisti di primo piano del pensiero, della cultura e della politica moderna.

Lo ricorderemo per avere saputo portare, nelle sue pubblicazioni e nelle iniziative che organizzava con intelligenza e talento, la cultura al grande pubblico. Ai familiari va il nostro abbraccio e il ringraziamento per quanto il loro caro Roberto ha fatto per Modena e la vita culturale nella nostra città'.

Pubblichiamo dunque una sua 'lezione' ai partiti politici, oggi impegnati a formulare programmi per la cultura che in alcuni casi sono opera d’improvvisati e che la impastano di fandonie e fantasie.
Armenia è scomparso il 9 febbraio di un anno fa. Il 7 marzo 2017 scriveva questo testo: in quel periodo mi trovavo all’estero ma intrattenevo con lui un carteggio quotidiano. Seguirà nei prossimi giorni la mia risposta di allora. Armenia era un uomo mite, signorile nei modi e mai sopra le righe. 
Adriano Primo Baldi


Anzitutto complimenti vivissimi ai giornalisti Davide Berti, Michele Fuoco e Stefano Luppi che sono riusciti a  “riempire” due pagine de “La Gazzetta di Modena” di martedì 7 marzo 2017 con le dichiarazioni “a ruota libera” dell’assessore Giampietro Cavazza, due pagine sul nulla, dove, parafrasando Ennio Flaiano, “il niente si genera e moltiplica per partenogenesi”.
Infatti, nelle pagine 12 e 13 del quotidiano, nei sei diversi servizi e interviste, sulla “Cultura a Modena”, non si trova alcuna linea direttrice, alcuna idea, né, tantomeno, alcuna pianificazione-programmazione sulla cultura a Modena, per l’oggi e il domani. Non sto a sottolineare l’importanza della cultura (per il sociologo Lewis Mumford – vedi il suo saggio “La città nella storia” -  “è il moto di intelligenza e l’atto di coscienza che fa dell’abitante un cittadino”; per Umberto Eco con la “cultura si mangia e si può arginare anche il terrorismo” ecc) , che è un “ascensore sociale”, un vero e proprio “motore di sviluppo socio-culturale e di crescita economica”. 
Ma piuttosto occorre che sappiamo cosa s’intende per qualità (non certo quella perseguita attraverso il coinvolgimento di tante, tantissime iniziative a livello “dilettantistico”). Ricordo che negli anni 60, prima Rubes Triva poi Germano Bulgarelli (da assessori alla Cultura e poi come sindaci) cominciarono ad investire in cultura, affermando che l’amministrazione comunale non doveva limitarsi a fornire certificati o autorizzazioni, ma doveva incidere nella vita e per la formazione (ed il divertimento insieme) dei cittadini.
Da lì sono nate splendide mostre d’arte in otto-dieci sedi di tutto rispetto (dalla “Sala Comunale della Cultura” alla “Saletta” del “Caffè Nazionale”, alle Gallerie private “La Fonte d’Abisso”, “Mutina” e, “La Sfera” ecc.) con i maggiori, più qualificati artisti (da Pietro Arrigoni a Renato Birolli, Remo Brindisi, Xavier Bueno, Massimo Campigli, Carlo Carrà, Michele Cascella, Felice Casorati, Giorgio De Chirico, Renato Guttuso, Giorgio Morandi ecc. ecc.), è nato il “mitico” “Festival del Libro economico” (che ha portato a Modena 17 tra i maggiori, più prestigiosi editori italiani (da ”Edizioni di Comunità”, a “Giulio Einaudi” a Gian Giacomo Feltrinelli con Inge a “Livio Garzanti”,  a “Arnoldo Mondadori”, “Rizzoli”...) con autori (da Alberto Bevilacqua a Luciano Bianciardi, Dacia Maraini,  Lucio Mastronardi, Alberto Moravia, Pier Paolo Pasolini, Cesare Zavattini ecc) presso la “Sala Comunale della Cultura”, presso biblioteche, circoli e associazioni culturali e presso aziende di Modena e provincia.
Il tutto a costi zero per la collettività (un esempio l’allora assessore all’Economato Giuseppe Gherpelli dichiarava che le casse del Comune erano “vuote”. Pertanto, anche i pranzi e le cene per gli editori e per gli scrittori venivano “sponsorizzate” dalle diverse case editrici che avevano creduto ed investito in Modena, capitale del libro e della cultura). L’amministrazione si limitava a coinvolgere-sensibilizzare e “pilotare” sia il pubblico sia il privato con idee e con una pianificazione – programmazione veramente di qualità. In quegli anni, è nata anche l’ “ATER-Associazione Teatri dell’Emilia-Romagna” (ricordo i viaggi con Rubes Triva a Roma, Milano per incontrare Maurizio Scaparro, a Bologna per convincere Giorgio Guazzotti a lasciare la Casa Editrice Cappelli” per dirigere la costituenda “Associazione Teatri Emilia-Romagna”).
E’ stato costituito l “Ente Manifestazioni Artistico-Culturali Modenesi” (con tanto di Statuto), che prevedeva un ampio e diversificato programma artistico-culturale in Modena e provincia: con la nascita a Modena del “Centro Studi del Romanico” (da affidare alla Enrichetta Cecchi Gattolin), a Carpi il trasferimento della Collezione Gandini di stoffe e tessuti e la formazione del primo “Museo della Moda”, a Sassuolo il “Museo della Ceramica” e, con l’Orchestra dell’Emilia-Romagna, diretta dal Maestro Eugenio Bagnoli, con  i più prestigiosi musicisti e docenti all’allora Liceo Musicale “Orazio Vecchi”: dal  violinista-concertista Sandro Materassi  alla “prima tromba della Scala” Alvaro Persenico al chitarrista Alvaro Company, allievo di Segovia.
Come anticipato, il programma era di grande qualità: una delle prime manifestazioni prevedeva una grande mostra dedicata all’arte, dal realismo all’astratto, cui avevano già aderito Renato Guttuso e Pablo Picasso (un viaggio stancante ma entusiasmante a Vallauris, con l’autista del sindaco, Bettelli) e – grazie agli interventi e ai buoni uffici dello scrittore francese Jacques Kermoal e del direttore della rivista “Metrò”, Bruno Zevi - stava per aderire anche Marc Chagall.

Ma torniamo a noi, ai giorni nostri. dicevamo che occorre definire cosa si intende per qualità e sottolineare che (come scriveva lord Byron) “la bugia è una verità mascherata” e l’assessore Cavazza non fa che raccontare “bugie” a cominciare dal titolo della sua intervista “Il polo dell’immagine porterà pubblico”, confondendo i contenitori con i contenuti. In proposito, voglio ricordare i risultati di una indagine motivazionale quali-quantitativa effettuata dalla “Demoskopea”:  il 57% delle motivazioni per intraprendere un viaggio, una vacanza provengono dalle offerte artistico-culturali... Se e quando queste sono vere-reali, di qualità.  Bologna (e prima Ferrara, Mantova ed ora anche Piacenza) ce lo dimostra con le centinaia di migliaia di visitatori alle mostre a palazzo Fava.

Questo nello stesso periodo in cui a Modena abbiamo, poco più di 11.000 – compresi gli ingressi gratuiti, difficilmente verificabili per il Festival Filosofia 2016, per una Mostra di figurine costata più di 200mila euro, quando l’amministratore delegato delle Figurine Panini Hugo Sallustro l’avrebbe “regalata”- gratis - al Comune, con anche una sua funzionaria per dare informazioni e fare da guida-Cicerone.
Ripeto e sottolineo quanto scritto – 8 -10 giorni fa – rispondendo alla lettera del sindaco Muzzarelli nella quale evidenziava - “Sublimava” i risultati più che positivi del primo periodo – a metà del guado - del suo mandato di sindaco: a Modena, nella cultura, per la cultura, si persegue la quantità e non la qualità. E spesso a costi esorbitanti. Purtroppo.

Roberto Armenia


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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