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Modena, nella Chiesa di Spilamberto tornano due dipinti del 500

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Sabato 11 giugno torneranno a Spilamberto due opere d’arte che da 75 anni, per ragioni di sicurezza, si trovavano presso la Galleria Estense di Modena


Modena, nella Chiesa di Spilamberto tornano due dipinti del 500
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Sabato 11 giugno torneranno a Spilamberto due dipinti che da 75 anni, per ragioni di sicurezza, si trovavano presso la Galleria Estense di Modena; due capolavori la cui storia è profondamente legata alla piccola “capitale dei Rangoni”. La Madonna in adorazione di Gesù Bambino, attribuita a Jacopo da Valenza, e la Madonna con il Bambino tra i Santi Geminiano, Antonio Abate e Rocco, di Giovanni Antonio Scacceri, risalenti al XVI secolo, appartenevano infatti alla soppressa confraternita di Santa Maria degli Angeli, che esercitava opere di culto e di misericordia corporale.



La Madonna con Gesù Bambino e i Santi Geminiano, Antonio Abate e Rocco è seduta su un trono dalla base ornata con eleganti volute e con due aquile; a sinistra è san Geminiano con il pastorale e il modello di Modena, a destra sant’Antonio Abate con bastone a tau, libro e la testina di un maiale e san Rocco in veste da pellegrino.

Le prime notizie sull’opera risalgono al 1582, quando fu incorniciata da Virgilio della Stoppa; restaurata verso la metà dell’800, fu inizialmente attribuita al Francia, poi a Francesco Bianchi Ferrari.

La Madonna in adorazione di Gesù Bambino raffigura invece la Vergine a mezza figura con le mani congiunte che adora il Bambino; nel fondo a sinistra, attraverso la finestrella, si scorge un paesaggio collinare e montuoso. La prima menzione di questa opera si trova nell’inventario della confraternita di Santa Maria degli Angeli del 1620. La confraternita fu soppressa dall’arcivescovo Natale Bruni nel 1910 e, nel 1929, i confratelli decisero di donare i beni artistici di proprietà del disciolto sodalizio alla parrocchia di Sant’Adriano III Papa, che accettò la donazione solto nel 1958. Frattanto, nel 1946 i due dipinti più preziosi vennero temporaneamente consegnati alla Galleria Estense per garantirne la tutela. La chiesa di Santa Maria degli Angeli fu alienata.


Già nel 1989 l’associazione culturale “Il Torrione” di Spilamberto chiese di potere esporre la Madonna con Gesù Bambino e i Santi Geminiano, Antonio Abate e Rocco, che era stata recentemente restaurata, ma per ragioni di sicurezza non fu possibile. «Da allora, ci siamo messi all’opera per trent’anni al fine di riportare i dipinti in paese - spiega il presidente de “Il Torrione”, Graziano Giacobazzi -. La nostra iniziativa ha recuperato slancio dopo l’interessamento di monsignor Antonio Lanfranchi, che utilizzò un dettaglio della Madonna con Gesù Bambino e i Santi Geminiano, Antonio Abate e Rocco come copertina della lettera pastorale del 2012».

L’associazione “Il Torrione” si è fatta quindi promotrice di un intervento che potesse creare le condizioni per ricollocare definitivamente i due dipinti in Sant’Adriano a Spilamberto - cui appartengono dal 1958 - costruendo una rete con l’Ufficio diocesano beni culturali ecclesiastici, nella persona della direttrice Simona Roversi, con la parrocchia di Sant’Adriano III Papa, il Comune, la farmacia Fondo Bosco e Banca Generali Private. «Il ritorno definitivo delle due opere a Spilamberto ha richiesto interventi molto significativi: l’installazione di un impianto di videosorveglianza di tutta la chiesa di Sant’Adriano, la collocazione di teche con adeguati sistemi di sicurezza non solo contro il furto, ma anche contro il deterioramento delle tele a causa dell’umidità, il tutto su progetto dei tecnici Giorgio Bonetti e Stefano Meschiari - spiega Giacobazzi -. Grazie agli sponsor privati, al Comune e all’Arcidiocesi, che ha contribuito significativamente con fondi Cei 8xmille per 5mila euro sui 13.200 dell’impianto antintrusione, il costo dell’intervento è stato integralmente coperto».
Così Spilamberto ritroverà due opere significative del suo patrimonio storico-artistico: l’appuntamento è per sabato 11 giugno, alle 17.30, nella chiesa di Sant’Adriano III Papa.

Redazione Pressa
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