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Murales Villa d'Oro: storia della più grande pittura murale a Modena

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L'ideatore e autore del murales della Villa d'Oro, Roberto Monfredini, ripercorre per La Pressa la storia di quell'opera di vera e propria avanguardia


Murales Villa d'Oro: storia della più grande pittura murale a Modena
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L'ideatore e autore del murales della Villa d'Oro, Roberto Monfredini, ripercorre per La Pressa la storia di un'opera di vera e propria avanguardia. Fu realizzato nel 1979 e fino al 2012, è stato una installazione-simbolo della città



Nel 1979, sulla parete dell'edificio di fronte alla polisportiva Villa d'Oro venne realizzato il più grande murales della storia di Modena, come ti venne l'idea?
'In quegli anni c'era una forte immigrazione dal meridione, in certi casi l'integrazione era difficile, volevo fare qualcosa di concreto per sensibilizzare i ragazzi su questo tema. Mi rivolsi agli insegnanti delle scuole medie Marconi, e da lì nacque una bellissima raccolta di disegni che ancora conservo. Mettendo insieme quelli più significativi feci un bozzetto. Ne parlammo col Comune, che fu molto sensibile, ci diedero l'impalcatura e i colori e in qualche mese realizzammo il murales che è rimasto lì per oltre 30 anni.

Come riferimenti artistici avevamo David Alfaro Siqueiros, un maestro messicano nel genere'.

 
Quali erano i protagonisti di quel periodo così importante per la storia della città?
'C'era un grande fermento creativo che andava di pari passo con la sensibilità del Comune grazie in particolare all'assessore Liliano Famigli e al lavoro fondamentale di un pedagogista come Sergio Neri, all'epoca avevamo le scuole materne, gli asili nido tra i migliori al mondo. Un esempio per tanti paesi. Grazie a queste persone nacquero i Centri Giovani'.
 
Parlaci delle tensioni sociali tra i ragazzi 'modenesi' e i figli degli immigrati meridionali?
'Le tensioni c'erano ma rispondemmo subito con una reazione culturale, puntando sull'aggregazione. Alla Villa d'Oro mettemmo insieme anche una squadra di pallamano. Il murales fu una delle esperienze più importanti, purtroppo non ebbe seguito. Fu un lavoro di mesi, fatto con passione e coraggio, non è da tutti'.

 
Raccontaci dei giorni in cui realizzaste il murales.
'Passavano tante persone, la Villa d'Oro aveva una squadra di pallavolo, di pallamano, si giocava a tennis. Anche i vecchietti della bocciofila. C'era senz'altro interesse da parte di tutti i frequentatori della polisportiva e dagli abitanti del quartiere'.
 
In quel periodo furono realizzati altri due murales.
'Al cinema estivo ne facemmo uno con Filippo Partesotti, e sempre con lui ed altri ragazzi a Castelnuovo, su richiesta dell'ex assessore alla cultura Simonini. Purtroppo entrambi non esistono più. C'era la voglia creativa da parte degli amministratori di abbellire le città. Nessuno allora dipingeva i muri, fummo i primi'.



Raccontami l'esperienza del Centro Giovani della Villa d'Oro. Come furono i primi tempi.
'La ricordo come una bellissima esperienza, c'era un fermento incredibile, un desiderio di dare una mano per il bene comune. C'era la possibilità di fare un sacco di cose, ci trovavamo tutti insieme e ognuno faceva le sue proposte'.
 
Quando terminò l'esperienza del Centro Giovani?
'Piano piano, queste cose nascono grazie ad un gruppo di persone che si trovano insieme con la voglia di impegnarsi per un obiettivo. Quando finisce la motivazione ideologica, spariscono le forze. La scuola di allora è sparita. Quella fu un'esperienza irripetibile. Non veniva delegato ad altri il compito di risolvere i problemi, l'amministrazione si impegnava direttamente coordinando i progetti con le persone nei quartieri. Un percorso comune che coinvolgeva tutti. La delega ad altri uccide la democrazia, magari i cittadini torneranno ad impegnarsi senza lasciare ad altri il compito.
L'anno che arrivò Berlinguer a Modena io, Cremaschi e Vaccari realizzammo in due mesi, tutti i cartelloni del Festival dell'Unità. Gli artisti si mettevano al servizio dell'Amministrazione per colorare, anche questo episodio faceva parte di quel fermento che poi è sparito'.
 
Gli anni del Centro Giovani coincisero con l'avvento dell'eroina. Come fu gestita la cosa in Villa d'Oro?
'Sapevamo ovviamente che il problema c'era e negli anni coinvolse diversi ragazzi. Noi cercavamo di fare aggregazione dando una possibilità a tutti di uscire da un isolamento che poteva diventare pericoloso. Tutto questo lo ricordo con un grande affetto, era sempre in linea con il pensiero delle attività dell'epoca, come ad esempio il murales'.

Stefano Soranna

Stefano Soranna
Stefano Soranna
Mi occupo di comunicazione e pubblicità da un po' di tempo. Su La Pressa scrivo di musica, libri e di altre cose che mi colpiscono quando sono in giro o che leggo da qualche parte. La..   Continua >>

 
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