Le stime delle presenze all'edizione 2024, la 24esima, del festival della filosofia, non ci sono ancora, ma per gli organizzatori superano quelle dello scorso anno. Gli indicatori per valutarlo soprattutto il tutto esauriti in quello che è il cuore del festival ovvero gli appuntamenti del programma filosofico e delle lezioni magistrali. Con un punto critico, quello della sovrapposizione degli eventi, elemento che in risposta ad una nostra domanda il filosofo Massimo Cacciari, componente del comitato scientifico, evidenzia.
Una formula che continua a dimostrarsi vincente in generale ma che proprio come tale ha bisogno di un'innovazione continua. Compreso quello delle giornate che potrebbero diventare 3 e mezzo. Ma forse per il futuro perché la prossima edizione 2025 è già confermato sarà di tre.
'In questa edizione del festival il programma filosofico sta registrando il tuto esaurito e anche le impressioni sul programma artistico sono estremamente positive. Il cuore pulsante del festival, le lezioni, anche dei relatori al debutto, è stato molto apprezzato, mostrando come ancora una volta il festival è riuscito a intercettare il bisogno di confronto intorno a un tema specifico e attuale. Il prossimo anno saranno le 'nozze d'argento del festival': in questi 25 anni l'evento ha svolto una funzione pedagogica, trasmettendo conoscenza.
E' per questo che abbiamo scelto di dedicare la prossima edizione a 'paideia', ovvero ai temi della trasmissione del sapere, cruciali nell'epoca in cui viviamo'. - ha affermato il sindaco Massimo Mezzetti.'Celebrandosi il venticinquesimo anno della manifestazione, sarà occasione anche di riflettere sulla disseminazione generata da questo progetto. Metterà a fuoco l'emergenza della questione del sapere e della formazione nella società della conoscenza, anche in relazione alle politiche scolastiche e della ricerca, nonché all'impatto delle tecnologie nella conservazione, valorizzazione e trasmissione della conoscenza e dei patrimoni. Discuterà le forme comunitarie di apprendimento e diffusione, percorrendo la relazione tra sapere e fare depositata nel lavoro. Si volgerà all'idea di costruzione del Sé, in cui si rivela il portato umanistico del ruolo della cultura come curiosità, creatività, gioco, conversazione infinita tra le generazioni'. - ha concluso il direttore scientifico Daniele Francesconi.
Letizia Rostagno