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Ritrovare vecchie cassette audio in qualche cartone, riascoltarle e rendersi conto che la musica che si produceva all'epoca è ancora attuale. Poi scoprire che in Giappone, Inghilterra e Stati Uniti, quei gruppi sono diventati fenomeni di culto e sono seguiti ed ascoltati tuttora. Così è nata l'idea di mettersi a cercare voci e suoni del passato e pubblicare una collana di raccolte su doppio cd chiamata “391 - VOYAGE THROUGH THE DEEP 80s UNDERGROUND IN ITALY”, di cui le ultime due sono dedicate all’EMILIA-ROMAGNA. A cura di Gianlorenzo Giovannozzi e Francesco Pirro. Proprio con Gianlorenzo ho avuto una piacevole ed interessante conversazione telefonica.
I pezzi sono del periodo 1978/79 fino al 1989. Le tracce ottanta. Grazie ai social, i contatti sono stati più facili, circa il 30% degli artisti suona ancora (vedi il caso dei bolognesi
CENTRAL UNIT). Alcuni sono tornati insieme e hanno ripreso gli strumenti in mano grazie all'entusiasmo nato col progetto delle compilation.
Per i due curatori una delle soddisfazioni più belle.
Gianlorenzo mi racconta di una certa diffidenza iniziale, si trova di tutto, anche chi dagli anni '80 è rimasto deluso, qualcuno sperava di sfondare, di fare il musicista di professione, guadagnare soldi e fare la vita da artista. Se non è accaduto, meglio dimenticare. Tutto era, inevitabilmente, nato a Bologna. Grande merito lo ebbe il DAMS, molti erano studenti fuori sede provenienti dal centro e dal sud Italia. Il virus si diffuse ovunque, da Modena a Parma, da Cattolica a Piacenza. Gli anni di piombo influenzarono quella generazione, ma la musica non fu un rifugio. Molti dei protagonisti si immergevano in quella negatività, si dichiaravano avversi alla musica commerciale, a testa alta verso un insuccesso programmato. Poi c'era l'eroina, chi era fiero di farsi, magari la si usava per essere più creativi, ora però in tanti sono sotto terra.
Dal 1983 poi qualcosa cambiò, qualcuno tentò la strada verso il successo, e ci riuscì. I Litfiba ad esempio.
Con Gianlorenzo ci siamo confrontati sulle differenze fra quel periodo e i nostri giorni: secondo lui, all'epoca c'era più spontaneità. Conoscevi le persone perché indossavano la maglietta del tuo gruppo preferito, il giorno dopo ci suonavi insieme. Senza particolari aspettative, solo per condividere una passione e identificarsi in una cultura. Adesso siamo super social su Facebook, ma asociali in strada. Stai in casa a guardare le serie TV o a giocare con la play. Chi suona, in tanti casi, lo fa senza niente 'dietro'. Senza condividere granché.
Altro tema attualissimo. Perché ci sono pochi concerti di qualità? Troppa politica, molta ignoranza, gli amministratori pubblici non dimostrano la stessa sensibilità di un tempo. La musica poi, non è più così
redditizia. Chi ha voglia di fare della strada per ascoltare dal vivo il proprio beniamino?
Veniamo alla musica, pazzesca. Alcuni pezzi sono da brividi come FUGA dei CAUCHEMAR, fidatevi ci sono dei capolavori. Scopriteli tutti. L'acquisto è super consigliato. A proposito, giovedì 12 marzo presentazione della compilation a Bologna, ci sarà anche un live. Stay tuned.
Stefano Soranna