Caiumi (Confindustria): 'Sistema Emilia perde un miliardo su export in Russia'

'Invitiamo gli esperti a non escludere la via del nucleare e vorremmo che l'Italia avesse un ruolo forte all'interno del dibattito europeo'

Ma le difficoltà sono tante e imprevedibili, e sono difficili da gestire'. Le imprese escono tra l'altro dagli anni della pandemia. 'Come Confindustria Emilia ci sentiamo di aver intensificato il lavoro in questi tre anni, non di aver rallentato, usando tutti gli strumenti digitali che avevamo sviluppato con largo anticipo.
Quindi siamo tranquilli sul nostro operato e questo si vede anche dal risultato delle nostre imprese, che sono state davvero eccellenti in questo periodo'.
E Caiumi non esclude il ritorno al nucleare in Italia per far fronte al problema energetico. L'Europa, sottolinea Caiumi, sta subendo ormai da anno uno 'shock energetico che stiamo pagando tutti, cittadini e imprese'. Le energie rinnovabili, però, come eolico e solare, 'non saranno sufficienti a sostenere il carico dei consumi lo dice la scienza'. Per questo è 'necessario capire cosa fare in aggiunta a ciò che è stato fatto'.
Caiumi apre quindi al nucleare, quello di 'quarta e quinta generazione, precisa, su cui già 'alcuni Paesi del mondo stanno già investendo'. Questo nuovo tipo di nucleare, sostiene, è 'molto più sicuro di altre forme di energia e che garantisce emissioni zero. Non esiste una seria obiezione scientifica al nucleare - aggiunge il presidente di Confindustria Emilia - ci sono preoccupazioni, angosce comprensibili ma non razionali. Nei prossimi anni avremo un incremento di consumi energetici, quindi le decisioni vanno anticipate ad oggi'. Per questo, esorta Caiumi, 'invitiamo gli esperti a non escludere anche questa via e vorremmo che l'Italia avesse un ruolo forte all'interno del dibattito europeo'. Sul breve-medio periodo, invece, il numero uno degli industriali emiliani ribadisce la sua posizione a favore sia del 'price cap' europeo sia del progetto del rigassificatore a Ravenna. 'Il costo dell'energia è quello che ci mette più in difficoltà - conferma Caiumi - perché siamo un territorio manifatturiero con export e quindi ci confrontiamo con Paesi nel mondo che hanno costi dell'energia imparagonabili rispetto al nostro. Questo è un handicap che ci portiamo dietro'.

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