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Più che i retorici comunicati sull'assemblea dei soci di Aimag, sono interessanti due elementi non detti ma comunque usciti dai corridoi: la situazione finanziaria dell'azienda e la posizione di Mario Arturo Ascari (nella foto), presidente della Fondazione Cassa Carpi. Sulla situazione finanziaria, completamente ignorata, è facile immaginare che l’indebitamento non sia affatto migliorato: vista l'erosione del margine operativo lordo, che deve essere per forza dovuta a un aumento di diversi milioni di euro degli interessi passivi per i tassi elevati; e vista l'incertezza sui dividendi, che comunque si prevede siano ridotti a zero o quasi. Per questo il presidente Ascari, il cui ente di interessi ci vive, pur esprimendo un voto finale favorevole ha espresso le sue perplessità e preoccupazioni. Più che altro focalizzate sulla perdita di redditività e valore del pacchetto di azioni che detiene, pari al 7.5%.
Pur nella consapevolezza della delicatezza del momento politico, con un territorio diviso in due e i Comuni ben lontani da un accordo su patto di sindacato, strategie e governance,
Ascari ha guardato al suo. E s'è ben guardato, come qualcuno avrebbe preferito, dal delegare in assemblea il suo vice, Enrico Campedelli, già sindaco di Carpi e consigliere regionale del Pd. Che con la sua secolare esperienza politica avrebbe potuto incanalare la discussione su ben altri binari e contribuire a ricompattare almeno il PD. Ma quale è il vero sotteso?
Da un lato c'è l'esposizione finanziaria e le azioni da intraprendere. Aimag potrebbe avere bisogno di una iniezione di capitali valutabile sui 150/200 milioni di euro. E al di là di soluzioni di fantafinanza e fantapolitica, l'unico modo di farlo sarà affidarsi a Hera.
Deliberando a maggioranza un aumento di capitale sottoscritto dal colosso bolognese, o una vera e propria cessione con successiva ricapitalizzazione.
Ma dall'altra parte c'è l'esperienza già vissuta nel 2017, con Giuseppe Schena presidente della Fondazione. Quando l'ente di Palazzo Bonasi e i comuni delle Terre D'Argine tentarono un blitz di cessione, mandando avanti la Fondazione, con l'accordo fra Schena e il sindaco di Carpi Alberto Bellelli. Il tutto fu però stoppato dai consiglieri che facevano riferimento a Campedelli. Bellelli si tirò indietro e il posto di Schena lo prese Enrico Faglioni, vicino al Vescovo Cavina. Oggi con Ascari, molto vicino al sindaco Riccardo Righi, quel percorso potrebbe invece trovare il suo compimento.
Perché a Righi questa vicenda, negli anni, potrebbe portare solo problemi - il primo fra tutti dover soddisfare il codazzo di ex amministratori del Pd a caccia di qualche posto in Aimag. E per questo è più che intenzionato a chiuderla in fretta. Il momento è propizio: la presidente nominata da Bellelli è debole e comunque non ostile a Hera; un patto di sindacato non c'è; e Hera più Fondazione più Comune di Carpi costituiscono da soli la maggioranza di Aimag.
Eli Gold
Eli Gold
Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul dirett.. Continua >>