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Matteo Richetti, il peone che in Parlamento non ha combinato nulla

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In 5 anni ha presentato un progetto di legge come primo firmatario, quattro interrogazioni e un ordine del giorno


Matteo Richetti, il peone che in Parlamento non ha combinato nulla
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Se vi chiedessero di rivotare un parlamentare che in quasi cinque anni di attività è stato capace di presentare un progetto di legge come primo firmatario, quattro interrogazioni e un ordine del giorno, come reagireste? E se poi appuraste che, ordine del giorno a parte, nessuno degli atti promossi ha avuto un seguito ed esito, a che conclusione arrivereste? Molto probabilmente e nell'impossibilità di chiedere la restituzione di circa 1,2 milioni percepiti in questa legislatura dal rappresentante del popolo in questione, a quella più naturale: il parlamentare, in presenza di un siffatto quadro di acclarata improduttività, dovrebbe quanto prima ritirarsi a vita privata e tornare a cimentarsi con il mondo del lavoro reale.

Parliamo di Matteo Richetti, eletto parlamentare nel 2013, attuale portavoce della segreteria del Partito Democratico guidato da Matteo Renzi.

La scarsissima attività di Richetti nell'aula del Parlamento meraviglia ancora di più se pensiamo che il 'Matteo' in salsa democratica emiliana non è certo un novizio. Lo si può, anzi, definire un vero e proprio professionista della politica: dopo gli esordi come segretario provinciale della Margherita, da quasi tredici anni calca la scena di Assemblee legislative e vive di politica.

Eppure il quadro dell'attività parlamentare condotta in cinque anni di mandato è davvero misero. Partiamo dall'unica proposta di legge presentata. Il progetto di legge - “Disposizioni in materia di abolizione dei vitalizi e nuova disciplina dei trattamenti pensionistici dei membri del Parlamento e dei consiglieri regionali' il suo titolo - avrebbe dovuto condurre all'abolizione dei vitalizi.

L'operazione, come noto, aveva un chiaro intento elettoralistico e rappresentava il disperato tentativo, da parte di Matteo Renzi ed a cui il fido Richetti si è prestato, di inseguire e sorpassare in corsa il Movimento5Stelle nell'abbattimento populistico di quello che viene comunemente considerato un odioso privilegio. Come era largamente prevedibile, dopo un simbolico voto favorevole alla Camera, il progetto di legge di Richetti non è stato nemmeno messo in discussione al Senato.

Non sono differenti 'mole' ed esito di quella che viene tecnicamente definita attività ispettiva e che si esprime con gli strumenti delle interrogazioni, delle interpellanze, delle mozioni e delle risoluzioni.

In tale ambito, Richetti, ha presentato complessivamente quattro atti ispettivi, di cui due interrogazioni a risposta scritta e due a risposta in commissione: una media di meno di un atto all'anno.

Ma vediamo in dettaglio di cosa si è interessato il portavoce della segreteria nazionale del Pd.

La prima interrogazione è stata presentata il 30 maggio del 2013 ed era scaturita dalla tromba d'aria e dalle violente grandinate che la notte del 3 e 4 maggio avevano duramente colpito alcuni comuni del modenese e bolognese. Richetti, assieme ai colleghi Baruffi, Lenzi, Ghizzoni, Zampa e Pini chiedeva al Presidente del Consiglio “quali ulteriori iniziative intenda intraprendere e con quali tempi intenda, anche mediante azioni ad hoc, far fronte a questa ennesima emergenza che ha colpito il territorio modenese”. Tema importante, dunque, quello oggetto dell'interrogazione. Peccato che questa sia rimasta senza risposta.

Trascorre più di un anno e Richetti presenta una interrogazione a risposta in commissione che prende le mosse dalla decisione di Coca Cola Hbc di aprire una procedura di mobilità su 249 addetti dell'area commerciale su tutto il territorio nazionale, 57 dei quali sono impiegati nella sede di Campogalliano. Richetti si rivolge al Governo chiedendo “se e quali iniziative il Governo intenda promuovere per convocare l'azienda e verificare le condizioni per una possibile riconsiderazione dei tagli annunciati, salvaguardando la sede di Campogalliano ed i suoi livelli occupazionali, o, comunque, di valutare altre soluzioni che escludano la messa in mobilità dei dipendenti”. L'atto, anche in questo caso non ha mai avuto risposta da parte del Governo, la sede di Campogalliano è stata chiusa e, solo grazie all'azione del sindacato Flai-Cgil, 40 licenziamenti inizialmente previsti sono diventati venti su base volontaria e con annesso incentivo e per il resto della forza lavoro sono stati previsti ricollocamenti e telelavoro.

Arriviamo al 10 settembre 2015 e l'onorevole spezzanese formula una nuova interrogazione a risposta in commissione, con cui chiede lumi sulla mancata autorizzazione ministeriale ad un progetto di sicurezza urbana dei comuni di Fiorano e Maranello per la lettura e il controllo delle taghe rubate in transito nei due comuni. Richetti pare abbia preso a cuore la questione e domanda, con tono fermo, al Ministro dell'Interno “[...] quali iniziative, ove occorresse, anche di natura normativa, intenda adottare, in tempi rapidi, al fine di rimuovere le ragioni che hanno indotto la competente direzione generale del Ministero, ad impedire, di fatto, l'attivazione di tale sistema di controllo che aveva come obiettivo meritorio quello di rafforzare le misure di sicurezza per i cittadini”. Richetti, anche nel caso di questa interrogazione, aspetta ancora una risposta dal Ministro competente.

Trascorre un altro anno ed arriva una nuova interrogazione, stavolta a risposta scritta. Al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione Marianna Madia, Richetti domanda “se la nomina alla carica di consigliere di indirizzo generale o di consigliere di amministrazione delle Casse di previdenza ex decreto legislativo n. 103 del 1996 sia compatibile con la condizione di lavoratore – privato o pubblico – in quiescenza (pensionato), anche se ancora esercitante attività libero professionale, qualunque sia stata la natura della precedente attività lavorativa e qualunque sia il soggetto erogante il trattamento pensionistico di quiescenza”. Richetti, pure per questa iniziativa sulla cui rilevanza stendiamo un velo pietoso, non ha ancora avuto riscontro.

Da segnalare, infine, una nota positiva nel mare – più che di mare, in realtà dovremmo parlare di lavandino - di insuccessi: l'ordine del giorno, presentato l'8 luglio di due anni fa e che verteva su graduatorie relative all'insegnamento dello strumento musicale nelle scuole medie, è stato accolto.

“Nel mio percorso”, scrive Matteo Richetti nel suo blog, “cercherò sempre di seguire quanto diceva Paolo VI: “la politica ha bisogno di testimonianza e non di maestri”. Richetti non ha certo dimostrato di essere un maestro di produttività. Ma la sua testimonianza politica è a dir poco imbarazzante. 

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Dietro allo pseudonimo 'Eli Gold' un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da 'Eli' ricade solo sul dirett..   Continua >>



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