Opinioni Il Punto

Modena, l'opposizione 'amica': fortuna (e sfortuna) della giunta Mezzetti

Modena, l'opposizione 'amica': fortuna (e sfortuna) della giunta Mezzetti

L'opposizione 'soft' di Fdi rappresenta indubbiamente una fortuna e una potenziale sponda, ma nel lungo periodo potrebbe essere controproducente


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Se a Modena da 80 anni nulla cambia rispetto al colore politico dell'amministrazione locale, è evidente che la responsabilità, al di là delle ruggini di meccanisimi fin troppo consolidati, non può non essere anche dell'opposizione. Al netto di alcune esperienze civiche, negli ultimi 20 anni l'onere di guidare l'alternanza è toccato a tutti e tre i principali partiti di centrodestra. Prima alla Forza Italia dilaniata dalla dicotomia Bertolini-Giovanardi, poi alla Lega di Bargi e Golinelli e oggi a Fdi di Michele Barcaiuolo.

Attualmente in Consiglio comunale Fdi esprime sei consiglieri sui 10 complessivi della minoranza e tutti gli altri 4 sono monogruppi. Eppure, a fronte di questo strapotere numerico, l'opposizione alla giunta Mezzetti è quantomeno evanescente. Basti pensare che il civismo del nuovo comitato 'Modena merita di più' di Mattia Meschieri ha mobilitato le piazze in maniera ben più evidente rispetto a quanto fatto dai meloniani, a memoria non si ricordano eventi pubblici targati Fdi, escludendo le autoreferenziali adunanze all'Rmh hotel. Del resto anche la sponda regionale, Pulitanò con la moglie di Barcaiuolo Annalisa Arletti siede anche nei banchi della Regione, e nazionale (con lo stesso coordinatore Barcaiuolo) non hanno permesso di slegare l'attività del partito dalle mere dinamiche consigliari.
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Un lavoro che spesso si riduce a botta e risposta col Pd di Diego Lenzini, dai temi etici alle dinamiche tecniche degli emandamenti al Bilancio, e che - a parte alcune azioni meritorie di Elisa Rossini e con Daniela Dondi colpevolmente isolata dal gruppo - non ha mai infastidito la giunta Mezzetti.

Ma per il sindaco Mezzetti questo approccio 'soft' di Fdi, per usare un eufemismo, è un bene o un male?

Per il sindaco venuto da Bologna la minoranza 'amica' rappresenta indubbiamente una fortuna e una potenziale sponda, ma nel lungo periodo potrebbe essere controproducente.

Con l'opposizione incapace non solo di costruire una alternanza, ma anche di pensarla, la responsabilità del cambiamento è tutta sulle spalle di Mezzetti stesso che - infatti - è inviso al Pd di Sistema che fa riferimento all'ex sindaco Muzzarelli e ai consiglieri Poggi e Lenzini e che in giunta ha come unica alleata la ondivaga Francesca Maletti.

In questo lavoro difficile e coraggioso Mezzetti si ritrova dunque concentrato solo nella battaglia interna alla maggioranza e l'assenza di un dialogo e di uno sprone vero con l'opposizione potrebbe finire per far implodere il dibattito su se stesso e aumentare la sensazione di paralisi.
Un limite per il sindaco, ma - soprattutto - una sfortuna per una città sempre più soffocata, non solo dai fumi costanti dell'inceneritore.

Giuseppe Leonelli

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Direttore responsabile della Pressa.it.
Nato a Pavullo nel 1980, ha collaborato alla Gazzetta di Modena e lavorato al Resto del Carlino nelle redazioni di Modena e Rimini. E' stato vicedirettore...   

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