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Unimore, responsabile amministrativo indagato per peculato: sequestrati 260mila euro

Unimore, responsabile amministrativo indagato per peculato: sequestrati 260mila euro

L'uomo aveva falsamente attestato circa 750 mandati di pagamento riportanti causali fittizie e spesso privi di documentazione giustificativa


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Ieri la Guardia di Finanza di Modena ha dato esecuzione al decreto di sequestro preventivo per 260.000 euro, emesso dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Modena in relazione alle ipotesi di reato di peculato, falsità ideologica e materiale in atti e documenti anche informatici pubblici, nonché truffa aggravata ai danni di un ente pubblico.
Il procedimento penale vede indagate complessivamente 18 persone.
Le indagini venivano avviate a seguito della denuncia-querela presentata dall’Università di Modena e Reggio Emilia in relazione ad anomalie riscontrate all’interno della gestione amministrativo – contabile di un Dipartimento dell’Ateneo e consentivano di riscostruire come il responsabile amministrativo Unimore avesse disposto indebiti pagamenti per circa 260.000 euro.
Nello specifico, il principale indagato, nel periodo tra il 2013 e il 2020, potendo disporre dell’accesso al sistema gestionale e dei dispositivi di firma digitale, aveva falsamente attestato circa 750 mandati di pagamento riportanti causali fittizie e spesso privi di documentazione giustificativa, in tal modo inducendo in errore la tesoreria universitaria sulla spettanza di tali emolumenti e determinando un ingiusto vantaggio patrimoniale a favore di se stesso nonché di altri, tra cui addetti amministrativi, docenti universitari, dottorandi, assegnisti di ricerca ed altri in qualità di beneficiari degli indebiti pagamenti.
A titolo esemplificativo,
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in sede di disposizione dei bonifici, venivano riportate causali non veritiere del tipo “pagamento fornitori”, “rimborso piccole spese”, “rimborso spese anticipate per materiali di consumo e varie”, riguardanti prestazioni mai rese o spese non realmente sostenute, ma anche acquisti non attinenti all’attività istituzionale dell’Università (quali acquisti di carne, felpe e scarpe, oltre che la riparazione di un’autovettura privata).
Sono stati sequestrati, nei confronti del principale indagato, disponibilità finanziarie e quote di due immobili nelle province di Modena e Foggia per un importo complessivo pari a quello del provvedimento.
 

L'Università
'In relazione al decreto di sequestro preventivo eseguito il 27 marzo dalla Guardia di Finanza di Modena, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Modena, l’Università di Modena e Reggio Emilia sottolinea che l’azione investigativa trae origine da una denuncia-querela formalmente presentata dall’Ateneo, a seguito di riscontri interni relativi a irregolarità nella gestione amministrativo-contabile di un Dipartimento - si legge in una nota -. A seguito dell’emersione di tali irregolarità, l’Ateneo ha attivato gli strumenti previsti dall’ordinamento, ha disposto accertamenti interni, trasmesso la documentazione alle autorità competenti e avviato le procedure necessarie per il recupero delle somme indebitamente erogate. Ad oggi, sono recuperate rispetto al principale indagato oltre 100 mila euro, pari a più di un terzo dell’importo complessivamente oggetto di contestazione.
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Nel ribadire il proprio impegno per la legalità, la trasparenza amministrativa e la corretta gestione delle risorse pubbliche, l’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia conferma la sua piena disponibilità a collaborare ulteriormente con le autorità competenti e la piena fiducia nell’operato della magistratura inquirente . Qualora si pervenga all’instaurazione di un giudizio, l’Ateneo si costituirà parte civile, a tutela dell’interesse pubblico e dell’integrità dell’istituzione'.
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