Pavullo, incidenti a raffica al Carrai: una viabilità senza alternative
E’ curioso che il tema del passante di Pavullo sia pressoché scomparso dal dibattito pubblico, soprattutto in queste giornate che si sono rivelate problematiche
E hai voglia a dire che la gente non sa più guidare o che, col tempo avverso, occorre maggiore prudenza, ma il dato sconcertante è, nel 2025 la totale mancanza di vie alternative sicure per bypassare Pavullo in caso di ingorghi.
La fantomatica circonvallazione, o passante, è all’ennesima fase di progettazione. È notizia del 10 ottobre, con tanto di post sulla pagina Facebook del sindaco di Pavullo Davide Venturelli, di un incontro con l’assessore regionale Priolo, assieme al comitato “La via Maestra” e il presidente della provincia Braglia per, e qui copio e incollo le parole del sindaco “presentare all’Assessore Irene Priolo i progetti sulla viabilità del nostro territorio, con un focus specifico sulla tangenziale di Pavullo, il completamento della Pratolino-Malandrone e la Pratolino-Strettara.
Stiamo impiegando tempo e impegno per tenere alta l’attenzione sui progetti strategici del territorio, con l’obiettivo che vengano inseriti nella programmazione regionale e nazionale, e possano così essere oggetto di stanziamenti di risorse specifiche: solo l’allargamento dell’ultimo tratto incompleto di via Pratolino richiederà infatti almeno 4 milioni di euro.
Sulla viabilità stiamo recuperando un ritardo di oltre quarant’anni sulle opere più importanti, ma la strada è ormai tracciata: grazie al lavoro di squadra potremo ottenere risultati importanti per tutta la montagna.”
“Solo” quarant’anni di ritardo, un nonnulla, su cui però si sono alternate più amministrazioni pavullesi, che sarebbero dovute essere le più interessate; e su cui poco si sono mossi gli altri sindaci dell’appennino, mentre nel frattempo, grazie a Dio, la zona industriale di Sant’Antonio si è espansa, con le sue appendici anche nel territorio serramazzonese e le ricadute in termini di occupazione su tutto il territorio, che da un lato hanno creato una struttura solida e slegata dalle stagioni turistiche, dall’altro hanno però avuto un effetto congestionante sulla viabilità territoriale.
Limiti che, a ben vedere, si sono palesati con i lavori sul viadotto estense, certamente non previsti, ma che hanno riportato il Frignano indietro negli anni.
E comunque, gli incontri sulla viabilità montana, si portano dietro un che di fumoso: mentre in questi giorni tiene banco l’iter burocratico di un opera fondamentale per il sud, come il ponte sullo stretto di Messina; interventi molto meno costosi e che avrebbero bisogno solo di un po’ di “sviluppina” rimangono in una strana aleatorietà, e lasciano pure perplessi: davvero la priorità è l’allargamento dell’ultimo tratto di via Pratolino? Per chi fosse poco pratico delle zone, è una strada comunale, che ha avuto diversi allargamenti negli ultimi anni, partiti con la seconda giunta Canovi e completati sotto la giunta Biolchini, con nel mezzo anche il fallimento di una delle ditte che vi lavoravano. Ora, quel tratto di strada, relativamente breve, sbuca sulla provinciale 33 tra Miceno e Pavullo e non è una vera e propria circonvallazione, perché per chi va in direzione Modena, se passa da Pavullo deve infilarsi in una serie di stradine e incroci attraverso i quali si sbuca all’incrocio tra via Bellei e via Marchiani; mentre chi per Pavullo non vuole passare, l’alternativa è o via Bottegone (che tra l’altro ha riaperto oggi 31 ottobre, dopo che è stata chiusa per lavori a causa di una frana) o via Casa Venturelli, entrambe sbucano sulla via Giardini all’altezza delle ceramiche o località Baldaccini, ma sono entrambe per guidatori “esperti” o per lo meno che conoscono la zona. Sono inadatti invece al traffico pesante, come lo è la strada di Molino Vivi, uno dei percorsi alternativi per via dei lavori sul viadotto. Solo che Molino vivi è una strada provinciale, gli altri percorsi che ho citato, sono strade comunali o vicinali.
La galleria Carrai, salutata come progresso del territorio, è stata pensata per evitare i blocchi del traffico in inverno col gelo, dato che il vecchio tracciato si prestava, purtroppo, a creare problemi soprattutto al traffico pesante, ma se la precedenza fosse stata data, in tempo di stanziamento di fondi, alla fantomatica tangenziale, forse nelle ultime settimane si sarebbero evitate ore di traffico in tilt che neanche il raccordo anulare di Roma.
E’ curioso che il tema del passante di Pavullo sia pressoché scomparso dal dibattito pubblico, soprattutto in queste giornate che si sono rivelate problematiche soprattutto per i pendolari, e che si sono spostate più sui temi di prudenza alla guida, che non all’efficienza della rete stradale locale.
Lo stesso Venturelli, in sede di candidatura a sindaco nel 2021, denunciava il fatto che Pavullo avesse delegato all’Unione dei comuni e alla Provincia di Modena gli studi di fattibilità sul prolungamento della Pratolino-Malandrone, rinunciando al proprio ruolo nella realizzazione di una struttura che sarebbe sorta sul proprio territorio.
A oggi, a un anno dalle elezioni siamo fermi alla foto di gruppo del 10 ottobre e nessuno che sollevi un dito. Anzi, le opposizioni più attive come Fdi, lamentano la mancanza di guardrail sulla provinciale 36 (Molino Vivi), intervento sicuramente da fare, anche per mantenere un percorso alternativo sicuro e decongestionante in futuro per il traffico leggero; ma sollecitare un intervento che da troppo tempo viene procrastinato, sarebbe un segno di sensibilità in più rispetto al territorio che si dice di voler sostenere. Il Pd sul tema non era pervenuto nemmeno quando governava la zona, per cui…
Per concludere, la viabilità frignanese non può più aspettare, sia per il traffico pesante, che è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni, sia per i pendolari. E non è più solo un discorso pavullese ma di territorio nel suo insieme, perché lo sviluppo di una rete stradale efficiente porta alla creazione di un asset regionale sia per l’industria sia per il turismo, in termini di collegamento con la Toscana e il lato tirrenico.
Pavullo certamente non può delegare a terzi le infrastrutture stradali sul proprio territorio, ma nemmeno essere lasciata sola. E in un epoca in cui l’Unione dei comuni mostra i suoi limiti come gestione associata della polizia locale, e poca compattezza sul fronte sanitario, sarebbe necessario ritrovare un fronte comune, che non sia solo elettorale.
Stefano Bonacorsi
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