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San Cesario, dopo fallimento della Granulati Donnini nulla è cambiato

San Cesario, dopo fallimento della Granulati Donnini nulla è cambiato

'Quella del recupero del lungofiume per renderlo fruibile e vivibile per i cittadini è solo una favola da campagna elettorale'


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'Dopo il fallimento della ditta nulla è cambiato, il frantoio di via Modenese continua a lavorare a pieno regime ed il traffico di camion di ghiaia è esattamente come prima. L’unica differenza è che oggi sui camion compare la scritta “Frantoio Fondovalle”, l’impresa, che lo scorso marzo ha acquisito la “Granulati Donnini”, divenendo proprietaria dei due vecchi frantoi lungo il Fiume, il frantoio di via Modenese ed il frantoio “Ex Lamces”. Di “urgente ricollocazione” ormai da trent’anni, entrambi i frantoi sono insediati in un’area vincolata, non idonea per gli impianti industriali (cit. “Documento guida modalità di trasferimento frantoi” Provincia di Modena – dicembre 1994)'. A parlare sono i consigileri di San Cesario Sabina Piccinini, Mirco Zanoli e Lodovica Boni.
'In cambio della dismissione dei due frantoi, già dal lontano 1998, l’Amministrazione concesse alla “Granulati Donnini” centinaia di migliaia di metri cubi di ghiaia ormai abbondantemente scavati presso il Polo estrattivo di Altolà. Il fallimento della “Granulati Donnini” doveva divenire la grande opportunità per riscuotere le fidejussioni versate per la bonifica dei frantoi. Il nostro sindaco però, sostenuto dalla maggioranza di centrosinistra, si è rifiutato di riscuoterle preferendo attendere l’arrivo della nuova proprietà, la “Frantoio Fondovalle”, col risultato che oggi, il frantoio di via Modenese continua a macinare ghiaia e prelevare acqua di falda nonostante dal 2010 la normativa lo vieti - continuano i consiglieri di minoranza -.
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Per quale ragione si continua ad investire, come se non ci fossero alternative, come se vincoli o divieti non esistessero, in un frantoio obsoleto collocato in un luogo inidoneo? Il paesaggio fluviale resta in un desolante degrado, fra scavi, laghi di fango, sabbie mobili e moto da cross che scorrazzano impunite su sentieri abbandonati fra i rovi. Quella del recupero del lungofiume “per renderlo fruibile e vivibile per i cittadini” è una favola che, campagna elettorale dopo campagna elettorale, la maggioranza di centrosinistra racconta ormai da troppo tempo. Sarà uno dei nostri obiettivi per i prossimi cinque anni e lo perseguiremo pretendendo il rispetto della Legge e del nostro fiume'.
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