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“La poltrona va cercando che sì cara, come sa chi per lei voto rifiuta”. Il falco, Cinzia Franchini, candidata sindaco del suo movimento modenese, si è messa politicamente in volo assieme a un gabbiano. Per ora vediamo chi è in politica il gabbiano e dove si ciba. Di quale cibo si nutre, si sa. Dove lo cerca, pure. Se un gabbiano fa il nido nel vostro partito, o nel sottotetto della vostra abitazione, vi conviene cambiar casa.
Nelle partite di calcio c’è il raccattapalle; nei parti minori e nei piccoli movimenti, c’è per necessità il raccattacandidati. A Modena, nel corso di questa campagna elettorale, tale Massimo Carpegna, si è candidato in due partiti diversi: prima nella Lega e qualche settimana dopo in Modena Ora. Da candidato Lega era definito il volto nuovo della cultura leghista della città.
Ruolo al quale non era mai stato eletto, ma come tale si spacciava con il tollerante e tacito consenso dei dirigenti, i quali, almeno nella fase iniziale, chiudevano un occhio. Poi gli occhi li hanno aperti entrambi e quando il novello ha tracimato, scrivendo: “Se votate Lega, ora che siamo al Governo, potranno arrivare a Modena tanti finanziamenti”. I dirigenti si sono infastiditi per la visione dal ‘nostro’ manifestata, che è tipica del più bieco clientelismo nel quale erano esperti a Napoli, i fratelli Gava e Achille Lauro. Una frase priva di ogni buonsenso e capacità politica. In più, il ‘nostro’, si era messo a raccontar balle sui temi della cultura. Forte, forse, della protezione di colui che ha definito: “Il mio amico Stefano Soranna”, oggi indagato, non so quanto giustamente, per i dossier carpigiani.
All’età di sessantatre o sessantaquattro anni, senza mai essersi interessato di politica e di qualsiasi altro tema sociale, ha ritirato assieme alla tessera della Lega anche la candidatura al Consiglio comunale. Spacciava l’idea di realizzare un Festival della colonna sonora come manifestazione di rara unicità, quando invece a Ferrara, solo per citare la città più vicina, questo tipo di festival ha superato la terza edizione, e così per altre città. Su La Pressa mi sono occupato con più articoli di questo strano ‘acrobata’ dello sgabello che nel salire al volo sul carro del candidato sindaco Stefano Prampolini deve aver dato una culata così forte che potrebbe avergli rotto l’osso sacro. Massimo Carpegna era collaboratore del Salotto Aggazzotti quando in piazza attaccavano il sottoscritto e il giornale Prima Pagina, diretto da Giuseppe Leonelli, ma di quest’aspetto ne ho già parlato e ne riparlerò in seguito in un secondo e terzo articolo assieme al suo demenziale programma politico-culturale.
Il già candidato Lega Massimo Carpegna, dopo le dichiarazioni inneggianti al Carroccio, e l’invito a votarlo con gli argomenti del citato metodo napoletano, Lauro e Gava, è stato messo in riga dai dirigenti Lega e invitato a usare un juicio político che non ha. Si è impermalosito del richiamo, e con il richamo stesso si è visto sfuggire il ruolo di libero “cazzaro” della politica modenese che suppongo nella sua fantasia gli dava la speranza di una poltroncina in caso di una vittoria, Lega. Forse aveva anche sperato di essere candidato sindaco del Carroccio, la qual cosa è così strampalata che non è mai venuta in mente a nessuno. Dopo il richiamo subito, con gesto di stizza, ha ritirato la sua candidatura a consigliere comunale della Lega. Motivazione pubblica ufficiale: “Problemi famigliari”. Qualche giorno dopo ha cambiato motivazione e ha dichiarato che nella Lega non c’è democrazia. Sembrava finita. Invece no. A volte tornano.
Nonostante abbia denunciato scarsa democrazia nel Carroccio, Carpegna, rendendosi conto di essere rimasto senza la speranza di uno sgabello, è ritornato alla Lega con il cappello in mano chiedendo di essere riammesso tra i candidati. Ma i dirigenti Lega non sono così incolti e rozzi come forse il ‘nostro’ pensava, e hanno ricordato le parole di Metastasio e Luciano Tajoli: il primo colto, il secondo popolare. Poi con le parole di Beppe Grillo, l’hanno affettuosamente mandato affanculo negandogli la ricandidatura, nonostante il pentimento. Come abbia potuto richiedere di essere ricandidato dopo aver denunciato con indignazione che nella Lega non c’era democrazia, fa parte dell’incoerenza di tutti i cercatori di poltrona. Non escludo che con il passare del tempo anche, Cinzia Franchini, possa rendersi conto che i cercatori di “seduta” non sono utili a nessuna causa. Dopo un primo innamoramento, alla Lega, hanno compreso che si era trattato di una precipitosa e innaturale infatuazione, così hanno preso la palla al balzo ricordando “La libertà”, dedicata a Nice, e respinto la sua richiesta di ritornare in lista con la Lega. Si sono resi conto dell’inconsapevole rischio corso, e del come si erano impelagati lasciando correre la voce che il‘nostro’ fosse la mente leghista per la cultura. Così, come l’abbandonato di Nice, prendendo atto dell’abbaglio, non potevano avere cedimenti: “Mostra così contento schiavo, che uscì di pena, la barbara catena, che trascinava un dì” “Nel visco, in cui s'avvenne quell'augellin talora, lascia le penne ancora, ma torna in libertà”. Alla Lega, ormai liberi dalla candidatura che gli avevano accordato, si sono ricordati dell’accusa di essere poco democratici e di una canzone di Luciano Tajoli. Trattandosi di un musicista, lo hanno liquidato in musica con le parole di ben servito: “E’ troppo tardi” “È troppo tardi ormai, è troppo tardi, oggi vorresti ancor tornare come allor. Ma i giuramenti tuoi, falsi e bugiardi, dicono al cuore: 'Tu, sei sempre tu'. Inutilmente cerchi ancora di mentire ecc.'.
Il “nostro” non si è dato per vinto ed è passato, in questa stessa campagna elettorale, da candidato Lega a candidato del Movimento Modena Ora. Si è presentato a una conferenza stampa promossa da Cinzia Franchini e ha sfoderato sei punti “qualificanti”, che dovrebbero, con sprezzo del ridicolo, cambiare il volto della cultura a Modena.
Se si trattasse del programma culturale della Famiglia Pavironica, si potrebbe prendere con ilarità, invece si tratta di un programma fatto proprio dal movimento politico capeggiato dal falco Cinzia Franchini: rimasta vittima, come già era successo alla Lega, dei modi gentili del “nostro”. Forse per questo la Franchini ha confuso l’apparire con l’essere. Capita! Alla Lega sono arrivati appena in tempo. Modena Ora invece è rimasta con il cerino in mano. Non sono crollati gli ideali, è solo più rapido il passaggio da un partito a un altro, e in questo Carpegna ha un record. Stessa campagna elettorale: vota Lega, e qualche settimana dopo vota Modena Ora. Agli elettori la facile sentenza...
Adriano Primo Baldi
Nella foto Cinzia Franchini con Massimo Carpegna