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La vittoria dell'Ucraina e lo spettro dell'atomica

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Mosca è esausta e le resta solo l’atomica per ribaltare la situazione, ma ciò significherebbe portare la distruzione in Russia


La vittoria dell'Ucraina e lo spettro dell'atomica
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L’Ucraina vincerà. Il primo a fare questa dichiarazione è stato il Pentagono e ieri Ursula von der Leyen in visita a Kiev, con ancora fortissima la partecipazione emotiva per il massacro di Bucha e di Kramatorsk, l’ha ripetuto. In verità, nessuno è certo sulla colpevolezza di questi orrori; né potrà esserlo in futuro. Osservando le prime immagini fornite dagli Americani e non dai Russi o collaborazionisti dei medesimi, sarà impossibile spiegare perché a Bucha tanti cadaveri avessero il nastro bianco al braccio, che segnalava d’essere russi. Tanti altri particolari suscitano dubbi su come siano andate veramente le cose e non deve essere scartata a priori la messa in scena per incrementare il numero dei cadaveri lasciati a putrefare in strada e colpire l’immaginario collettivo.

L’abbiamo fatto anche noi, come spiega Gianandrea Gaiani, direttore della rivista AnalisiDifesa in una recente intervista: “Nel 1999 andammo in guerra contro la Serbia sull’onda emotiva della strage di Racak: una strage di civili perpetrata il 15 gennaio 1999 dalle forze speciali serbe. In realtà, era stata costruita ad arte, sparando un colpo alla testa a persone già morte. I primi a dirlo furono i medici del team sanitario di un ospedale bielorusso che allora lavorava in Kosovo. Il presunto massacro di civili era stato una messa in scena, costruita con cadaveri di miliziani dell’UCK per giustificare l’avvio dei bombardamenti”.

Sul missile alla stazione di di Kramatorsk si contrappongono, naturalmente, due interpretazioni: secondo Mosca, il missile Tochka-U è un vecchio arnese dell’Unione Sovietica rimasto in dotazione alle forze ucraine. I soldati o i mercenari di Kiev ne hanno perso il controllo ed è piombato su quei civili che tentavano di fuggire.

La tesi di Zelensky, naturalmente, è opposta e il presidente ha definito questo atto “una malvagità senza limiti” e quindi quei morti sono stati cercati. Ad aggravare ancor più il giudizio morale, ma nelle guerre la moralità non esiste, è la scritta che si può leggere sulla carcassa “Per i bambini”.

In questo caso, si potrebbe risalire con certezza al colpevole, in quanto la NATO monitora tutti i lanci dei missili per segnalare un eventuale attacco nucleare. John Kirby, portavoce del Pentagono, ha dichiarato che si tratta di un missile balistico a corto raggio che non è stato tracciato, ma che sicuramente “E’ ancora una volta espressione della brutalità della Russia”.
La scritta “Per i bambini” confermerebbe appieno questo giudizio, salvo che le granate sparate nel 2014 dall’Esercito Regolare Ucraino sui civili del DonBass portavano identica dicitura. Questo missile Tochka-U è un rimasuglio di quegli scontri tra Kiev e gli Indipendentisti? E’ la vendetta di chi nel 2014 ha avuto la famiglia distrutta dalla stessa arma? Non lo sapremo mai. L’unica cosa certa è che in guerra l’Uomo offre il peggio di sé ed è per questa ragione che dovrebbe sempre essere evitata. A qualsiasi costo.

Esiste anche una terza teoria. In una sorta di orrida sceneggiatura, atta a smuovere le coscienze dell’Europa, in questa guerra i Russi si sono divertiti a colpire asili, ospedali pediatrici, oncologici, teatri che, a caratteri cubitali, informavano gli aerei sulla presenza di bambini. E’ stato un continuo crescendo, sempre segnalato con forza dal presidente Zelensky e unito alla richiesta di armi e di una no-fly zone sui cieli d’Ucraina, fino al massacro d’inermi civili con le mani legate dietro la schiena a Bucha. Infatti, questa città rappresenta lo spartiacque di uno scontro assurdo e senza limiti da entrambe le parti. La guerra in Ucraina passerà anche alla storia per essere stata quella nella quale la comunicazione ha giocato forse il ruolo decisivo.

L’Ucraina vincerà, afferma l’Occidente, perché i russi sono soli, stanno perdendo migliaia di soldati insieme il loro armamento, mentre Kiev è letteralmente inondata di armi sempre più avanzate e letali alle quali si aggiungono sicuramente uomini. Il denaro serve per pagare i mercenari, ma non ci sarebbe da stupirsi, come già avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale prima dell’ingresso degli Stati Uniti, che interi battaglioni americani, canadesi o inglesi e senza contrassegni distintivi combattessero fianco a fianco con le truppe di Kiev. Putin replicherà la fine di Hitler.

La Russia non ha satelliti spia geostazionari sull’Ucraina per poter vedere dove e quando i convogli con i carri armati supereranno i confini, così da poterli fermare con l’aviazione.
Probabilmente l’Armata Rossa sferrerà l’ultimo attacco per collegare il Donbass con la Crimea e, in un primo momento, potrebbe riuscire nell’intento. Posizionerà tutte le forze a difesa del nuovo territorio conquistato e tenterà di chiudere la partita al tavolo della pace, concedendo il “cessate il fuoco” e che l’Ucraina entri in Europa e forse anche nella NATO. Putin ha il suo stato cuscinetto al confine e l’accesso al mare.

Ma non finirà così. Mosca è esausta e le resta solo l’atomica per ribaltare la situazione, ma ciò significherebbe portare la distruzione in Russia. Zelensky, ogni giorno più forte grazie all’aiuto dell’Occidente, non ha mai smesso di dichiarare che non concederà un centimetro del territorio. La guerra andrà avanti con altre morti e brutalità e, se non intervengono elementi al momento imprevedibili, come l’ingresso armato della Bielorussia e soprattutto della Cina al fianco di Putin, il tavolo della pace è rinviato a molti mesi e sarà quello della resa.
E l’Europa? Ha perso anche lei. Saremo noi ad accogliere i profughi nella maggioranza e non gli USA; saremo noi a pagare il gas liquido all’America cinque volte più caro di quello russo; saremo noi a non esportare più nulla dei nostri prodotti a Mosca e a non ricevere il grano e tante altre materie prime. La pace, la libertà e la democrazia hanno il loro prezzo. Peccato che sarà solo l’Europa a pagarlo.

Su tutta questa tragedia, con città distrutte e che non saranno ricostruite, con migliaia di morti e una serie d’orrori indimenticabili, resta la domanda: senza l’intromissione degli Stati Uniti a capovolgere il governo dell’Ucraina, senza i conseguenti otto anni di guerra contro gli indipendentisti del Donbass, senza gli ingiustificati miliardi di dollari statunitensi per rafforzare l’esercito di Kiev, senza i suoi dichiarati laboratori batteriologici mobili, quale sarebbe il racconto di oggi? Forse di dove trascorrere le vacanze pasquali, in pace e serenità.

Massimo Carpegna

Massimo Carpegna
Massimo Carpegna

Visiting Professor London Performing Academy of Music di Londra. Docente di Formazione Corale e del master in Musica e Cinema presso Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli..   Continua >>



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