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Domenica 3 novembre intorno alle 16, dopo una giornata trascorsa a Montecreto, stavamo rientrando percorrendo la strada provinciale 30 che da Sestola va verso Pavullo, passando per Renno.
Dopo pochi chilometri, abbiamo visto un ragazzo sdraiato, immobile in mezzo alla strada a pochi metri dal suo ciclomotore.
Essendo un chirurgo in pensione con 40 anni di esperienza ospedaliera, mi sono avvicinato per prestare soccorso. Il ragazzo era vigile, orientato (ha descritto l’incidente senza problemi) senza segni di compromissione neurologica. Accusava dolori all’anca sinistra e al ginocchio destro che risultava escoriato. A un primo e sommario esame obiettivo a livello toracico e addominale non ho rilevato segni di traumatismo a livello cervicale, toracico e addominale. A questo punto ho telefonato al 118 (alle ore 16.
28 e questo è un dettaglio importante per gli accadimenti che sono seguiti) inviando le coordinate del luogo dell’incidente e i dettagli sulla salute del ragazzo, che è riuscito persino a telefonare alla madre per informarla dell’accaduto e rassicurarla sulle sue condizioni.
All’arrivo dell’ambulanza, ho riportato all’infermiera tutto quanto sopra descritto nel dettaglio, abbiamo atteso che il giovane venisse caricato sull’ambulanza e l’infermiera procedesse a una sua valutazione clinica e dei parametri pressori. Alla mia specifica domanda sulla destinazione del trasporto, l’infermiera è rimasta incerta riservandosi di decidere dopo aver consultato la Centrale Operativa del 118.
Nel frattempo alle ore 17.05 abbiamo inviato le coordinate del luogo dell’incidente alla madre che abitava nei pressi di Fanano, consigliandole di percorrere la strada provinciale sino a Pavullo, pensando che l’ambulanza si recasse all’Ospedale di Pavullo.
Dopo circa un’ora, abbiamo saputo dalla madre concitata e piangente che non aveva trovato l’ambulanza sul luogo, ed era venuta a sapere che: il figlio era stato portato con l’elisoccorso all’ospedale Maggiore di Bologna per sospetta emorragia interna e che era sopraggiunto l’elicottero da Bologna per foschia su Pavullo.
La madre si è trovata così a dover raggiungere il figlio al Maggiore, velocemente, spaventatissima, con il traffico autostradale intenso del week lungo.
Le problematiche che mi obbligano a denunciare questo fatto riguardano:
l’inesattezza della valutazione delle condizioni del paziente da parte dell’infermiera dell’ambulanza che avrà trovato qualche parametro clinico o strumentale per giudicare il paziente di una certa gravità (per sospetta emorragia interna come riferito alla madre);
l’arrivo dell’elisoccorso da Bologna, quando a pochi chilometri si trova l’aeroporto Paolucci di Pavullo con elicotteri e piloti perfettamente in grado di affrontare il soccorso sia di giorno che di notte (la scusa della foschia utilizzata con la madre era ridicola perché non veritiera e basta controllare le previsioni del tempo);
l’utilizzo di un elicottero da Bologna, automaticamente ha portato (sarebbe interessante esplorare i motivi) al ricovero del paziente, qualunque fosse il suo stato, all’ospedale Maggiore di Bologna, con enormi disagi per il ragazzo e per i suoi familiari.
Ho preso informazioni e ho saputo che, nonostante le capacità tecniche perfette dell’aeroporto Paolucci e degli elicotteri di soccorso, non possono intervenire per trasporti dopo il tramonto, ma solo in pieno giorno e questo perché la regione Emilia Romagna non ha mai fornito le autorizzazioni. In aggiunta quando si muove l’elisoccorso da Bologna, qualsiasi sia lo stato del paziente, viene dirottato all’ospedale Maggiore, quando il Trauma Center dell’Ospedale di Baggiovara è in grado di affrontare qualsiasi emergenza.
Il risvolto che rende ancora più grave tutto, è che il ragazzo, al triage al Maggiore, ha ricevuto un codice azzurro, e di conseguenza ha fatto gli accertamenti radiologici intorno all’1 di notte, refertati intorno alle 4 e subito dimesso perché è stato riscontrato solo un politrauma contusivo. Si è poi suggerito un ulteriore controllo dopo qualche giorno.
Al ragazzo e alla madre non in condizioni di guidare per tornare a casa in montagna, è stato consigliato di attendere la prima autoambulanza disponibile nella giornata oppure un taxi.
Vorrei sapere dalle autorità sanitarie e politiche della mia regione:
perché un paziente della provincia di Modena deve essere soccorso da un elicottero di Bologna quando sono presenti anche in provincia di Modena;
perché un cittadino modenese deve essere ricoverato in un ospedale di Bologna invece che nella sua città;
perché deve essere dimesso senza neppure un’osservazione breve e poi invitato ad andare all’ospedale di Modena dopo qualche giorno;
perché i politici modenesi non hanno mai lavorato per obbligare la regione Emilia Romagna ad autorizzare al volo notturno gli elicotteri di soccorso presenti all’aeroporto di Pavullo, evitando assurdi giri per i cieli ai pazienti.
Dr. Claudio Stanzani
Redazione Pressa
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