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Una metafora medica interessante e per pochi (firmata dal consigliere M5S Roberto Monfredini) per descivere l'empasse politico nazionale e in particolare il rapporto tra Forza Italia e Pd.
La funzione principale del Macrofago, cellula del nostro organismo, è quella di ripulire il sangue dai rifiuti che normalmente sono in esso veicolati nel corso delle 24 ore, un lavoro instancabile che lo ha portato ad essere riconosciuto come la cellula spazzino, in poche parole il Gestore dei rifiuto comunale, senza fare nomi, nel nostro organismo.
Lo Stafilococco invece è un battere astuto, infimo e opportunista, che per vivere o sopravvivere, ha adottato uno schema di vita quasi parassitaria, conoscendo la potenza distruttiva del macrofago, ha deciso di introdursi in lui con uno stratagemma, scendendo a patti di non belligeranza, questo porta l’ospite ad essere additato a vita come portatore dello stafilococco.
In pratica la convenzione tra i due stabilisce che il macrofago svolge una funzione di trasporto inglobando lo stafilococco, senza distruggerlo, (tangente?) e lo stesso non esercita alcuna azione belligerante nei suoi confronti, una specie di pace armata tra i due che li porta a convivere e a navigare nella società insieme.
Probabilmente se fosse possibile vederli passare, sarebbero sorridenti e soddisfatti , con lo stafilococco che sussurra stai sereno, ma al primo attimo di abbassamento delle difese immunitarie, quando il macrofago è distratto dal suo lavoro quotidiano, basta una semplice influenza, ecco che lo stafilococco lo uccide miseramente a sorpresa, venendo meno alla convenzione firmata e sottoscritta, liberandosi del suo involucro, pronto a firmare una nuova convenzione con un'altra cellula spazzino, ignara del pericolo, perpetuando all’infinito una tecnica appresa nella villa Brianzola, che lo renderà invincibile in eterno.
Immaginiamo ora un novello Stafilococco che ha voglia di mettersi in mostra, e che riceve le istruzioni in una villa galattica della Brianza, venendo istruito anche nei dettagli su come introdursi nella cellula Macrofago, da quali accessi, e che strumenti usare. La cellula spazzino, che dal dopoguerra pulisce le strade dai rifiuti lasciati dalle macerie di leggi capestro, dallo sfruttamento del lavoro, dalle malattie procurate, dai dolori mai attutiti, naviga tranquilla osservando una cellula nuova alla fermata, lo stafilococco, lo fa salire ingenuamente, e in quel preciso momento inizia il suo dramma.
L’atto di devastazione dello stafilococco inizia percentualmente dal suo primo ingresso, e si protrae costantemente fingendo una amicizia di lunga data, una comunione di pensieri e intenti, una sensibilità comune, una visione innovativa, un desiderio di rottamare le cellule parassitarie, tutte cose apprese in quella istruzione iniziale ricevuta nella villa Brianzola.
Quindi probabilmente una mente intelligente e scaltra ha governato sia la fase istruttoria e preparatoria iniziale dello stafilococco giovane, fino alle istruzioni in sede di campo, l’introduzione, l’attesa, il colpo finale, conoscendo benissimo i punti deboli del Macrofago spazzino, cellula forte ma semplice e poco arguta.
Ora, lo stafilococco è riuscito, con questo stratagemma, a distruggere quasi completamente l’ospite, che avverte un calo completo delle difese immunitarie, ridotto ad una percentuale di sopravvivenza minima, ma non impossibile in quanto la morte dell’ospite sarebbe anche la fine dello stafilococco, e questo non può avvenire.
Quindi prima di andarsene soddisfatto, lo stafilococco, deve solo accertarsi dei dettagli, e cioè che il Macrofago e tutti i discendenti siano ormai ridotti sul lastrico, che non ci sia possibilità di recupero, e che il sistema di difesa sia ormai inutilizzabile, a questo punto potrà rassegnare le dimissioni, osservando un Macrofago che era forte e fiero, accasciato e inerme, e andando a prendersi i meritati complimenti del Maestro degli Stafilococchi oramai anziano.
Roberto Monfredini