Così Roberto Lodi, assessore al bilancio del Comune di Mirandola e delegato alla ‘questione’ Aimag sulle motivazioni che hanno portato il Comune di Mirandola e altri comuni dell’area nord (escluso Concordia che ha detto sì all’ingresso di Hera nel Cda), a proporre e supportare il ricorso al Tar, depositato in queste ore, per chiedere l’annullamento dell’atto con cui è stato nominato il nuovo Cda con una forte rappresentanza del socio privato Hera.
Il ricorso supportato da Mirandola è firmato anche dagli altri comuni della bassa (escluso Concordia) di cui la maggior parte guidati da sindaci Pd, che per difendere il controllo pubblico di Aimag hanno votato insieme a Mirandola contro quanto sostenuto dai sindaci del Pd delle Terre d’Argine e dallo stesso segretario provinciale del Partito e sindaco di Soliera Solomita.
Se lo aspettava da parte dei sindaci PD dell'area nord? 'Si, è stato un atto politico significativo, anche solo per il fatto che ha spaccato nettamente il partito stesso. Ma per molti aspetti non ci ha stupito. Atti a difesa del controllo totalmente pubblico di Aimag erano già stati approvati all’unanimità in comune a Mirandola così come in altri comuni. Con il sindaco di San Prospero Borghi e non solo c’è sempre stata piena condivisione sulla linea da portare avanti a difesa del controllo totalmente pubblico da parte dei comuni e del patto di sindacato. Così come non mi ha stupito la posizione di Concordia che ha abbandonato le ragioni fondanti di Aimag e dei comuni della bassa e ha aperto le porte ad Hera in cambio di un suo rappresentante nel Cda gradito alla stessa Hera. Saranno gli elettori a giudicare alle prossime elezioni'.
Come giudica la proposta del Comune di Carpi di un nuovo patto di sindacato? 'Irricevibile ed offensiva. Questi signori hanno approfittato della scadenza del patto di sindacato per rinnovare un Cda che ha escluso di fatto i comuni soci di Aimag per fare entrare e regalare il controllo della società ad Hera che, tra l’altro, altra cosa irricevibile, si è presentata senza nemmeno una bozza di piano industriale.
Se il ricorso non venisse accolto e si continuasse con questo Cda quali potrebbero essere le conseguenze? 'Purtroppo quelle che abbiamo sempre prospettato, ovvero un impatto fortemente negativo per il territorio. Guardando anche solo ciò che la gestione dei servizi pubblici Hera sta provocando a Modena. Servizi più scadenti con tariffe più alte, che già è possibile confrontare con le cifre delle bollette a Mirandola e a Modena. Ma non solo. Siamo preoccupati anche per l’impatto sull’occupazione delle circa 600 assunte in Aimag, per la maggior parte provenienti da Mirandola e dagli altri comuni della bassa. Poi ci saranno conseguenze sull’indotto che oggi ha un valore calcolato in 100 milioni. Ovvero aziende di Mirandola e del territorio che lavorano direttamente e indirettamente per Aimag. Il tutto perché avere una società coma Aimag, a totale controllo pubblico, guidata dai comuni del territorio, con la testa e il braccio sul territorio, che risponde al territorio, è cosa ben diversa dall’avere una società che pur rimanendo la maggior parte dell'azionariato in mano pubblica, risponde alla guida del socio privato quale è Hera che come SPA quotata in borsa risponde a logiche e a strategie industriali che nulla hanno a che fare con il territorio e che limita, anziché agevolare, un contatto diretto con i comuni. Se il ricorso non fosse accolto e il nuovo Cda venisse confermato allora Mirandola potrebbe anche valutare la rinuncia alla partecipazione in Aimag e la liquidazione delle sue azioni. Ma questa è solo un’ipotesi che andrebbe analizzata approfondita e condivisa a livello più ampio. Soprattutto alla luce dell’interesse pubblico che per noi è sempre stato e rimarrà l’unico riferimento'.