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Arletti (Fdi): 'Ammanco Amo, la Regione faccia chiarezza'

Arletti (Fdi): 'Ammanco Amo, la Regione faccia chiarezza'

'Al di là degli aspetti giudiziari che seguiranno il loro corso, esiste una responsabilità politica grave da parte di chi ha guidato e vigilato sull’ente'


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'Gli oltre 400 mila euro sottratti in cinque anni dalle casse dell’Agenzia per la Mobilità di Modena (aMo), ente pubblico controllato da Comuni e Provincia rappresentano una vicenda gravissima, che impone una verifica puntuale sul funzionamento dei controlli e sulle responsabilità istituzionali. Abbiamo, pertanto, depositato un’interpellanza alla Giunta regionale per chiedere se la Regione fosse a conoscenza dei fatti e quali azioni intenda intraprendere per evitare il ripetersi di casi simili'. Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Annalisa Arletti sul caso dell’ammanco emerso all’interno dell’ente che gestisce la mobilità pubblica nel modenese.
'Per quanto l'ente abbia dichiarato di aver presentato una denuncia a carico di un dipendente ritenuto responsabile della sparizione della cifra, restano aperti numerosi interrogativi sul perché tali anomalie non siano state rilevate per anni - prosegue Arletti -. Amo è un ente interamente pubblico partecipato al 45% dal Comune di Modena e al 29% dalla Provincia. L’amministratore unico, figura chiave nella gestione, è stato fino a poche settimane fa anche il segretario provinciale del Partito Democratico. È evidente che, al di là degli aspetti giudiziari che seguiranno il loro corso, esiste una responsabilità politica grave da parte di chi ha guidato e vigilato sull’ente'.
'La Regione – prosegue Arletti – non può limitarsi a osservare. Serve capire se siano stati rispettati i modelli organizzativi previsti dal D.Lgs. 231/2001 e se le procedure di controllo previste fossero realmente operative. È doveroso che, qualora ne ricorrano i presupposti giuridici, la Regione valuti di costituirsi parte civile a tutela dell’interesse pubblico. Chi amministra risorse collettive deve farlo con il massimo rigore. Il caso aMo dimostra quanto sia urgente rafforzare i controlli, ma anche chiedere conto delle scelte politiche fatte dai partiti che hanno guidato questi enti'.

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